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PAROLE DEL SANTO PADRE PAOLO VI
IN OCCASIONE DELLA BENEDIZIONE
DELLA CAPPELLA PRESSO LA SEDE
DELL’ AMBASCIATA D’ ITALIA

Venerdì, 2 ottobre 1964

     

Presidente del Consiglio!
Signor Ministro degli Esteri!
Signor Ambasciatore!

Non potevamo dire di no all’amabile ed autorevole invito a visitare e a benedire questa Cappella della Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede.

Non sono ormai più rare le Nostre uscite dal Vaticano; ma tutte sono unicamente motivate dalle intenzioni del ministero pastorale proprio del Vescovo di Roma e del Papa; e Ci è sembrato doveroso inserire fra questi atti di particolare interessamento per la vita spirituale della nostra Città anche questo intervento, al quale Ci obbliga, oltre che una certa promessa del Nostro venerato Predecessore Giovanni XXIII, una serie di circostanze, alle quali Ella, Signor Ambasciatore, si è compiaciuto di fare allusione: qui la memoria di Papa Giulio III, alla cui cinquecentesca munificenza si deve questo edificio non che quello più vasto e sontuoso della villa vicina, che da lui prende il nome, qui l’impronta del genio di grandi artisti di quell’epoca fastosa e pontificia richiamano la Nostra attenzione; ma qui specialmente due fatti, oggi genialmente associati, Ci vogliono presenti e partecipi alla feconda ed auspicale riflessione, che da loro è sollecitata: S. Carlo fu qui, e qui proprietario per il dono che a lui, insieme al fratello Federico, fece il munifico zio Papa Pio IV; fu qui, dove ora la riverente memoria degli odierni abitatori del restaurato edificio dedica alla venerazione del grande Santo milanese una Cappella, che non solo Vuol tributare onore all’antico Segretario di Stato di quel Pontefice e al celeberrimo Pastore della Chiesa ambrosiana, ma vuole riconoscere altresì il «genius loci» di questo palazzo, o meglio il protettore celeste di questa dimora, che, svegliata dal letargo, in cui col volgere dei secoli era caduta negletta e dimenticata, è ora destinata ad ospitare uno degli organi vivi ed operanti della storia contemporanea. Ed è questo il secondo fatto, che la Nostra visita, seguace di quella breve, ma intenzionale che già vi fece Papa Pio XII di venerata memoria, vuole onorare, la residenza cioè di quella rappresentanza diplomatica presso il Nostro apostolico ufficio, la quale esprime, qualifica, avvalora ed esercita le relazioni ufficiali istituite fra lo Stato Italiano, giunto alla pienezza della sua indipendenza e della sua sovranità, e la Santa Sede.

Qui perciò la storia, l’arte, la pietà Ci chiamano a invocare la superna assistenza di S. Carlo Borromeo, di cui oggi si commemora l’anniversario della nascita (2 ottobre 1538), su questa casa che un tempo fu sua e che nel tempo, presente e futuro, vuol essere sua, nel senso che quanti in essa dimorano, insigniti di alte e singolari funzioni diplomatiche, abbiano da lui ispiratrice e protettrice assistenza. A confermare questi comuni e nobili auspici Ci rechiamo Noi stessi a questa Cappella, e vi lasciamo, una reliquia di quel Santo straordinario e prodigioso, nella fiducia che il culto pio e distinto, col quale il suo nome sarà qui venerato, conferirà a questa residenza quello splendore, quell’atmosfera, quel profumo, che derivano da una storia secolare pervasa da avvenimenti e popolata da figure di grande spiritualità religiosa e di incomparabile autenticità cattolica - è la storia italiana! -, e convaliderà per la pace e per la prosperità di questo diletto e avventurato Paese la migliore concordia con la Chiesa di Roma.

Oh, quanto i Nostri voti si fanno ardenti per le Autorità presenti, per l’Italia intera in questa circostanza! Essi vogliono di qua salire al Signor Presidente della Repubblica, per la cui salute ancora trepidiamo e preghiamo; essi si rivolgono a Lei, Signor Presidente del Consiglio, di cui conosciamo lo sforzo richiesto per assicurare benessere e sviluppo ad un Paese pieno di laborioso fervore; ed a Lei, cortesissimo Signor Ministro degli Esteri; ed a tutte le Autorità presenti. A Lei, poi, Signor Ambasciatore, che così felicemente conclude il periodo della sua missione presso la Santa Sede, esprimiamo per questo ottimo coronamento, i Nostri ringraziamenti e la Nostra compiacenza. Ed a tutti i degnissimi intervenuti, ed a ciò che qui essi rappresentano, dica l’animo Nostro la Nostra Apostolica Benedizione.

    



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