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MESSAGGIO DI PAOLO VI
ALLA SECONDA SETTIMANA MONDIALE DELLA RADIO

Domenica, 8 novembre 1964

               

Noi diamo volentieri un Nostro messaggio alla seconda Settimana mondiale della Radio.

Il Nostro messaggio vuole innanzi tutto riconoscere il prodigioso carattere strumentale della Radio: si esprime in essa una delle più meravigliose conquiste della scienza, della tecnica e della capacità organizzativa dell’uomo del nostro tempo; a questa conquista diamo il Nostro plauso ed il Nostro incoraggiamento; essa, in fondo, altro non è che un imprevisto e felice incontro dell’ingegno umano con le leggi e le forze della natura, cioè di quell’universo ch’è opera di Dio creatore; è la scoperta d’un pensiero divino nelle cose create; è un dialogo nuovo che l’uomo prosegue col cosmo che risponde misteriosamente e meravigliosamente.

Vuole inoltre questo Nostro messaggio salutare la Voce; la Voce di cui la Radio si fa strumento. La Voce è espressione dello spirito; e la Radio offre allo spirito un servizio non mai prima d’ora da lui goduto, quello di poter irradiarsi nei cieli e negli animi in misura che tende a farsi universale. È il trionfo della voce; è un trionfo dello spirito. Per noi, cultores Verbi, cultori della Parola, adoratori del Verbo di Dio fatto uomo, è facile riscontrare nella Radio un fatto sublime, proprio perché essa si allinea nell’ordine della parola che si fa linguaggio umano universale; un fatto simbolico, nel quale Ci piace ravvisare, nell’ordine naturale, un riflesso dell’ordine soprannaturale supremo, quello del Verbo di Dio che si esprime con virtù creatrice in tutte le cose e che storicamente si è fatto uomo per essere nostro maestro e nostro salvatore in Cristo Signore.

Pensando a questo, il Nostro messaggio diventa augurio, diventa esortazione; e cioè vorremmo che la Radio fosse sempre e davvero voce dello spirito guidato dal Verbo di Dio; fosse cioè sempre al servizio della verità, della giustizia, della bellezza, dell’amore; fosse strumento di amicizia e di pace fra gli uomini. E con questo voto diamo alla Radio e mandiamo a quanti ne curano egregiamente le sorti e ne ascoltano la trasmissione la Nostra Benedizione Apostolica.

      



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