PELLEGRINAGGIO IN INDIA
DISCORSO DI PAOLO VI
ALLA PARTENZA DA ROMA
Aeroporto di Fiumicino, mercoledì 2 dicembre 1964
In quest'ora di trepida attesa, a cui Ci conduce l’amabile Provvidenza del Signore, il Nostro pensiero vola impaziente verso le sterminate regioni orientali, che incontreremo oggi nell’arco amplissimo del Nostro pellegrinaggio; e già pregustiamo il gaudioso momento dell’incontro con la nobile, grande Nazione Indiana, con le sue autorità religiose e civili, con la sua popolazione laboriosa, paziente e gentile.
Già fin da ora inviamo ad essa il Nostro saluto beneaugurante e benedicente. Come ottimamente è stato compreso da tutti, il Nostro viaggio non ha altro intento che quello di una religiosa testimonianza a Cristo Signore, Re immortale dei popoli e dei secoli, nell’occasione del Congresso Eucaristico Internazionale, che vede raccogliersi in adorazione a Bombay le folle credenti del mondo intero; è, ancora, un viaggio di pace e di amore, che vuole unire in più stretti legami di mutua comprensione e di amicizia le genti tutte, rendendole sempre più consapevoli dell’ineliminabile dovere di conoscersi a vicenda, di amarsi di cuore, di aiutarsi efficacemente secondo i doni ricevuti in varia misura da Dio, non destinati a poche Nazioni, ma creati per tutta l’umana famiglia; è in fine, il Nostro, un viaggio di amicizia e di fratellanza, che Ci offre la desiderata occasione di conoscere più da vicino un popolo immenso, che tanto stimiamo per la sua intima religiosità, per la sua innata nobiltà, per la sua civiltà artistica e culturale, che raggiunge le vette più alte dello spirito umano, e a cui la verità evangelica può conferire una pienezza e una validità insospettabili ed universali. Andiamo verso un popolo, che, pur conservando intatti i tesori del suo passato, è proteso altresì verso le conquiste coraggiose del futuro, per il raggiungimento del benessere, della prosperità, del progresso sociale: e nel riflettere a tutti questi valori, così alti e sofferti, la Nostra attesa si dilata oltre gli spazi, che ancora dall’India Ci separano, per affrettare l’ora dell’incontro desiderato.
Affidiamo alla materna intercessione della Vergine Santissima, degli Apostoli Tommaso e Bartolomeo, di San Francesco Saverio e delle celesti coorti il Nostro pellegrinaggio; ringraziamo quanti Ci hanno favorito nel portare a compimento questo proposito dell’animo Nostro, in particolar modo le Autorità ed i militari qui presenti, nonostante l’insolito disagio dell’ora, la solerte Compagnia Aerea, che ha messo a disposizione questo possente apparecchio, il valoroso equipaggio, il personale tutto dell’aeroporto. E a tutti i Nostri diletti figli d’Italia e del mondo, che Ci sostengono col loro affetto, chiediamo in questi giorni la carità della loro particolare preghiera, affinché il Nostro viaggio consegua i suoi auspicati frutti; mentre amiamo assicurare che tutti portiamo nel Nostro pensiero, con le intenzioni, gli affetti, le preoccupazioni di ciascuno, e tutti ricorderemo a Cristo Gesù, nell’ora del suo mite trionfo Eucaristico, affinché in tutti i cuori regni incancellabile e incontrastata la sua grazia, la sua pace, la sua benedizione.
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