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DISCORSO DI PAOLO VI
AD UN GRUPPO DI STUDENTI DI SEBENICO

Giovedì, 6 luglio 1967

 

La vostra visita riempie di letizia il Nostro cuore, diletti Figli e Figlie, studenti e studentesse della diocesi di Sebenico, che, al termine delle fatiche dell’anno scolastico, accompagnati dal vostro Vescovo e dai vostri sacerdoti, siete venuti a Roma per iniziare con codesto nutrito pellegrinaggio l’Anno della Fede. Dalla vostra terra forte e coraggiosa, ricca di naturali bellezze, al cospetto del mare che da ogni parte la cinge, e più ricca ancora di monumenti d’arte e di fede, e di una schiera di anime grandi che hanno onorato la loro terra e la Chiesa, siete qui giunti, a questa mèta di spirituali approdi a cui guardano i fedeli di tutto il mondo, per ritemprare la vostra fede, ravvivare i vostri ideali, attingere virtù rinnovatrice delle vostre energie spirituali e intellettuali.

Come Ci ha informati il vostro zelantissimo Vescovo, Monsignor Giuseppe Arneric’ - a cui diamo, insieme con voi, un saluto cordialissimo e beneaugurante - sappiamo che, nel corso dell’anno scolastico, voi avete seguito con grande profitto i corsi di Religione dei vostri ottimi insegnanti, offrendo una luminosa testimonianza di fedeltà, di impegno, di serietà consapevole e generosa. E, nel vostro esempio, Noi amiamo vedere rappresentate anche le numerose schiere dei vostri coetanei, che, pur non avendovi qui personalmente seguiti, sono anch’essi presenti col loro pensiero e forse con una punta di santa invidia: ad essi, a tutta la gioventù cattolica della vostra città, come della vostra diletta Patria, va il Nostro saluto, il Nostro abbraccio, il Nostro incoraggiamento.

Voi avete dato la chiara prova che lo studio della Religione, non che mortificare, esalta le capacità intellettuali e psicologiche del giovane, aprendogli orizzonti sconfinati che, alla luce di Dio, gli dànno ragione di tutto l’immenso piano della creazione, della storia del mondo, del volgere delle epoche, così come degli interrogativi, delle crisi, degli enigmi che realtà più grandi di noi suscitano nel cuore e nella mente dell’uomo, se una luce, che scenda dall’Alto, non lo illumini, se una Mano buona e forte, che gli venga tesa con tenerezza paterna, non lo sorregga nel suo avanzare nel gran mare della vita e dell’universo. Voi avete dimostrato che lo studio della Religione, non che essere relitto archeologico di tempi tramontati, è invece esigenza indilazionabile dell’uomo di oggi, è condizione di modernità e di vigore intellettuale, chiave unica e indispensabile per capire il mondo, per scrutare le profondità dell’universo, con tutto ciò che per entro, direbbe Dante Alighieri, si squaderna, per seguire il filo d’oro del piano divino, che abbraccia l’intera umanità col suo amore irresistibile e vittorioso.

La gioia più grande è dunque racchiusa nei vostri cuori, per queste certezze magnifiche che avete raccolte durante il vostro studio: Noi ne siamo certi, non è vero? Custoditela sempre in voi, questa gioia, mantenendo viva la fiamma della fede, alimentandola con lo studio, con la pietà e soprattutto con l’amore; sappiatela comunicare anche agli altri questa fiamma, perché, come bene ha detto il Concilio Ecumenico nel Decreto sull’Apostolato dei Laici, la conoscenza della dottrina cristiana è direttamente ordinata alla formazione all’apostolato (cf. Apostolicam actuositatem, n. 71).

Diletti Figli c Figlie. In occasione della vostra visita, voi Ci avete portato dei doni simbolici, per attestarci lo spirito con cui avete preso parte a questo pellegrinaggio. Noi li accogliamo con animo commosso: e vediamo in essi il simbolo eloquente del dono che voi avete fatto e farete al Signore, ben più prezioso e generoso: il dono di voi stessi, della vostra mente, del vostro cuore, delle vostre energie, del vostro presente, del vostro avvenire; il dono che, così presentato, ritornerà a voi, moltiplicato dalla sua grazia, e che è destinato a pro,durre frutti lietissimi per la Chiesa, per la società, per la Patria, ora e in avvenire. Vi incoraggiamo a non venir mai meno a questo impegno, che tanto vi onora: e la Nostra preghiera ve ne implora la forza e la fedeltà.

Nel ritornare alla vostra bellissima terra, dite ai vostri genitori, ai vostri superiori, ai vostri fratelli e sorelle, ai vostri amici, che il Papa di Roma tutti li chiude in cuore con indicibile affetto, e a tutti invia la Sua Apostolica Benedizione, che, da voi e per voi, vuole irradiarsi sull’intera vostra diocesi, sulla Dalmazia, da Jugoslavia.

                                                



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