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VIAGGIO APOSTOLICO A GINEVRA NEL 50° ANNIVERSARIO DELLA
 ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO (10 GIUGNO 1969)

DISCORSO DI PAOLO VI
AI MEMBRI DEL CLERO E DEL LAICATO

Ginevra - Martedì, 10 giugno 1969

 

Egregi Signori e diletti Figli,

Non possiamo venire a Ginevra senza dedicare qualche istante ai Membri distinti del Clero e del Laicato, così meritevoli agli occhi della Chiesa; senza salutare in maniera tutta particolare le Organizzazioni Internazionali Cattoliche e le altre istituzioni cattoliche che qui svolgono così buon lavoro; senza incontrare anche i buoni figli che hanno prestato servizio nella Nostra Guardia Svizzera. E non avremmo potuto trovare migliore patrocinio per questo incontro di quello che viene offerto dal grande patrono celeste della Svizzera, il caro S. Nicola da Flüe, al quale questa chiesa è dedicata.

Siate dunque i benvenuti in questo santuario, dove Noi siamo felici di porgere il Nostro saluto a tutti e a ciascuno col più paterno affetto. Noi vorremmo che frutto di questo incontro fosse una consegna, una parola d’ordine, che ognuno porterà con sé per farne in seguito l’applicazione nel campo delle proprie attività. Questa parola d’ordine Noi la prendiamo in prestito dallo stesso Signore nostro. Nel momento di lasciare i suoi discepoli per salire al Cielo, Egli manifestò loro le sue ultime volontà con queste semplici parole: «Eritis mihi testes»: sarete i miei testimoni.

Queste parole contengono un programma; e fu questo il programma della loro vita: sia anche della vostra. Voi renderete testimonianza a Gesù Cristo anzitutto con la vostra competenza nelle vostre attività professionali, poiché dal cristiano si attende, più che dagli altri, la premura di far bene ciò a cui per dovere si è obbligati. Gli renderete testimonianza con la vostra lealtà: «Est, est, non, non» (Matth. 5, 37). La lealtà è una virtù che il mondo moderno giustamente si meraviglierebbe di non trovare in un discepolo di Cristo, così nemico di ogni ipocrisia e di ogni slealtà. Gli renderete ancora testimonianza con la vostra capacità di collaborare, virtù anche questa così essenziale, specialmente nel mondo pluralista di oggi. Gli renderete testimonianza col vostro disinteresse personale e con l’interesse sincero che voi saprete avere verso tutte le buone cause. Gli renderete infine testimonianza con una professione della vostra fede, ispirata alla discrezione, ma non per questo meno franca, coraggiosa e piena di amore.

Ecco, diletti figli, la parola d’ordine che, come a Noi sembra, il Signore per Nostro mezzo vuole quest’oggi affidarvi. Che Egli stesso si degni di supplire, con l’abbondanza delle sue grazie, tutto ciò che la brevità di questo incontro non Ci permette di dirvi; e che Egli vi benedica, come Noi stessi benediciamo in suo nome voi, le vostre attività, le vostre famiglie e la vostra Patria.

 



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