ANNUNCIO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
DELLA FINE DEL GRAVE CONFLITTO BELLICO IN VIETNAM
Mercoledì, 24 gennaio 1973
Abbiamo appreso come voi, questa notte, l’annuncio ufficiale dato contemporaneamente dal Presidente degli Stati Uniti, dal Governo di Hanoi e da quello di Saigon - della conclusione dell’accordo per la pace nel Vietnam. Noi siamo con tutti coloro che esultano per questa notizia. E non vogliamo tardare nell’invio delle nostre felicitazioni e dei nostri voti di pace, di libertà, di concordia e di prosperità, tanto alle popolazioni del Sud Vietnam, che a quelle del Nord Vietnam.
Noi vogliamo esprimere la nostra compiacenza a quanti hanno avuto il merito di voler mettere fine all’interminabile e micidiale conflitto! Noi ripetiamo loro le parole evangeliche: beati gli operatori di pace, perché meriteranno di essere chiamati figli di Dio!
Ma noi ci sentiamo specialmente vicini a tutti coloro che a causa della guerra hanno - e quanto! - sofferto. Dove sono, cari Vietnamiti, i vostri morti? E quanti sono? Il Dio dei viventi e Padre di tutti non li dimenticherà e noi lo preghiamo che li accolga nel suo seno per la vita eterna. Ma noi pensiamo adesso alle vedove, alla gioventù orfana, all’infanzia senza casa, senza famiglia, senza assistenza, ai feriti, ai mutilati, ai profughi, ai poveri; e invochiamo per questa gente nell’afflizione e nel bisogno il soccorso delle persone buone e delle istituzioni benefiche: occorre più che mai aiutare il Vietnam! Se la sua tragica prova è stata tanto lunga, breve deve essere il periodo della sua ripresa, pronto ed efficace il soccorso. Si tratta non solo di confortare quel popolo e di riparare quelle rovine, ma di restaurare in tutto il mondo civile il sentimento del bene, della solidarietà umana, della libertà, dell’ordine e della speranza.
Riso, medicine, vestiti, abitazioni, scuole, strade, lavoro, chiese e quanto richiede una società ordinata non deve mancare a quella terra tormentata; anzi il suo genio tradizionale di tranquilla convivenza e di artistica espressione deve fiorire. Noi lo auguriamo e continueremo a fare tutto quanto è possibile affinché questo rinnovamento si compia, dall’armistizio alla pace.
L’armistizio è una tregua d’armi: bisogna che si evolva e si trasformi in vera pace.
Sì. Ascoltate la nostra voce umile e cordiale, voi, cari Vietnamiti, e voi tutti quanti siete interessati per la fine di questo conflitto. La pace vera si fonda sui cuori; non sulla vittoria delle armi, non sulla prepotenza politica, non sull’orgoglio etnico, e nemmeno sull’equilibrio delle forze e degli interessi; si fonda sull’amore, si fonda sul fatto che siamo fratelli. Il grande sforzo perciò ora da fare è quello di riaccendere l’amore, la fiducia, la simpatia, la pazienza negli animi esacerbati. Ognuno deve ricreare la pace in se stesso per poterla ristabilire con gli altri. Ecco una verità paradossale: non la vendetta, ma il perdono reciproco. È Gesù, il Cristo, che ce l’ha insegnata; e noi ve la trasmettiamo per la vostra fortuna, per la vostra pace. E così noi vi salutiamo e vi benediciamo.
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