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DISCORSO DI PAOLO VI
AI PARTECIPANTI AL CONGRESSO DEL 188° DISTRETTO
DEL ROTARY INTERNAZIONALE

Sabato, 10 maggio 1975 

 

Le udienze si moltiplicano in questi giorni, a mano a mano che l’Anno Santo, cominciato subito con gli auspici più promettenti, s’inoltra nel corso delle stagioni più favorevoli. E, così, abbiamo sempre più spesso la gioia di vedere gruppi sempre più numerosi di pellegrini di ogni provenienza, che, come le onde del mare, si riversano senza posa a Roma, e in questa Basilica, presso il sepolcro glorioso dell’Apostolo Pietro, come nelle altre Basiliche e nei luoghi di preghiera della Città fatidica dei destini eterni della Chiesa di Dio.

Anche stamani si rinnova per noi quest’esperienza spiritualmente corroborante. Ecco qui i partecipanti al Congresso del 188° distretto del Rotary Internazionale, che commemorano anche il cinquantenario del Rotary Club di Roma; il gruppo dell’Associazione Artigiani della provincia di Varese, nel trentennio di fondazione; una rappresentanza dei cari «Martinitt» di Milano; e poi i pellegrinaggi delle Parrocchie della Basilica di Desio; di Santa Lucia, di Milano – Quarto Oggiaro; dell’Immacolata, di Genova; e di S. Maria Assunta, di La Spezia.

Vi accogliamo dunque con tutto il cuore, figli carissimi; e vogliamo lasciarvi qualche pensiero, che vi sia di viatico nel pellegrinaggio che avete compiuto a Roma per il Giubileo - simbolo del pellegrinaggio che tutti dobbiamo proseguire, nei giorni che il Signore ancora ci concederà - e vi rammenti sempre queste vostre fervorose giornate romane.

E il primo pensiero non può essere, a costo di ripeterci, che un invito alla fede. L’Anno Santo, nel suo movimento verticale di ritorno a Dio, come nel suo espandersi orizzontale verso la riconciliazione con i fratelli, sarebbe un fatto incomprensibile se non fosse visto in questa ottica di fede. Voi stessi siete qui perché avete fede.

La fede, non altro, vi ha tratti a Roma, a sottoporvi a certi disagi, soprattutto a entrare per la Porta Santa e accedere alle fonti della Grazia, dischiuse dal Giubileo a tutti gli uomini di buona volontà.

Se non aveste fede, almeno un barlume di fede, voi non sareste qui, vero? Ebbene, custodite questa pietra fondamentale su cui cresce tutto l’edificio della vita cristiana: «Chi si accosta a Dio deve avere la fede», dice la Lettera agli Ebrei (Hebr. 11, 6); e ancora: «Poiché abbiamo un grande sommo sacerdote . . . Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede . . . Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia al momento opportuno» (Ibid. 4, 14. 16). Solo la fede infonde luce, chiarezza, forza, fiducia, nella mente e nel cuore, per mantenere «ferma», in mezzo alle vicissitudini e alle contraddizioni della vita e del mondo, «la professione della nostra fede».

E ancora un altro pensiero, collegato col primo, che non possiamo non trarre dal momento che viviamo nell’anno liturgico: l’attesa dello Spirito Santo, che celebreremo nei gaudii della prossima Pentecoste. Se la fede vive nel nostro cuore, è perché essa ci è stata infusa come virtù soprannaturale, teologale, nel Battesimo, per operazione dello Spirito Santo: questi è l’ospite segreto delle nostre anime, come lo prega la celeberrima Sequenza della Solennità di Pentecoste: ospite che opera invisibilmente nel nostro intimo, perché, appunto nel Battesimo, abbiamo «ricevuto uno spirito da figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: “Abbà, Padre!”» (Rom. 8, 15). Ma è lo stesso Spirito che opera invisibilmente nella Chiesa, la tiene unita nella conoscenza della Verità rivelata da Cristo, la porta alla pienezza della verità e alla comunanza di vita col Padre e col Figlio (Cfr. Io. 14, 16-18. 20-21. 23-26). Vibra il vostro spirito in questa attesa dello Spirito Santo? È quanto ci fa pregare intensamente la Chiesa in questi giorni di preparazione (Cfr. la tradizionale novena). Noi ce lo auguriamo: come siamo certi che avrete sempre una profonda, vitale, tenera, forte devozione allo Spirito Santo, forse dimenticato da alcuni nel profondo della coscienza, ma che tutti invece dobbiamo saper amare e invocare per vivere alla sua luce e nelle sue ispirazioni, per lasciarci guidare da lui, dalla sua «mentalità», dai suoi pensieri, perché «i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace» (Rom. 8, 6). Ce n’è tanto bisogno, oggi, vero? Perciò preghiamo, confidiamo, speriamo.

Con la Nostra Apostolica Benedizione.

Our greetings to all the English-speaking pilgrims, especially to the members of the Diocesan Pilgrimage from Cairns in Australia. May your visit to Rome in this period of liturgical joy bring you ever closer to the great Holy Year renewal which the Church desires for all her members. May the peace of Christ reign in your hearts.

Ein wort herzlicher Begrüßung richten Wir auch an die Damen und Herren des Bayerischen Ministeriums für Landwirtschaft und Forsten. Wir freuen Uns über Ihr Kommen und wünschen Ihnen für Ihre verantwortungsvolle Arbeit im Dienst des Staates und zum Wohl Ihrer Mitbürger Gottes bleibenden Schutz und Segen.

Nous souhaitons la bienvenue aux membres de l’Association portugaise de Cannes. Nous formons des vœux cordiaux pour leur pays et bénissons de tout cœur leurs familles.

                                                    



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