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DISCORSO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
ALLA PRESIDENZA E AL CONSIGLIO DELL’UNIONE NAZIONALE
TRASPORTO AMMALATI A LOURDES (UNITALSI)

Sabato, 21 febbraio 1976

 

Signor Cardinale, e voi membri del Consiglio Nazionale
della cara e benemerita UNITALSI!

Diamo a tutti il nostro benvenuto! Esso si ispira al vivo interesse con cui vediamo svolgersi la vostra annuale riunione, e ai sentimenti di paterno compiacimento per la vostra opera a favore di tanti ammalati, ai quali portate l’impareggiabile conforto di un’assistenza fraterna, mettendo loro a disposizione tutto il complesso e vasto apparato della vostra fiorente organizzazione.

Il nostro pensiero in questo momento va con ammirazione ed affetto allo stuolo innumerevole e silenzioso di anime generose, di cui voi qui presenti siete la rappresentanza più qualificata: Assistenti Ecclesiastici e dirigenti regionali e locali, medici e infermieri, dame, barellieri, tutti lietamente impegnati nel servizio degli ammalati per amore di Cristo.

Ma con l’animo ancor più commosso pensiamo alla teoria interminabile dei cari infermi che avete accompagnato e continuamente accompagnate nel loro itinerario di fede e di speranza verso i luoghi più celebrati della pietà mariana. Ci avete fatto sapere quanto è stato compiuto lodevolmente da voi durante l’Anno Santo, con i vostri pellegrinaggi a Lourdes, a Fatima, a Loreto, e in particolar modo qui a Roma per sensibilizzare tutti i partecipanti alla necessità della preghiera e della offerta delle sofferenze a Dio per il bene della Chiesa. È facile intuire quale e quanta fioritura di sacrifici, di opere buone e di meriti ne sia scaturita, e quanto ciò abbia contribuito al felice svolgimento dell’Anno Giubilare. Per tutto quello che avete fatto per il sollievo delle pene fisiche e spirituali dei fratelli sofferenti, per la sollecitudine con cui avete risposto alle nostre attese e per il conforto che ci avete procurato, siate ringraziati, figli carissimi, e siatene benedetti.

La vostra premurosa presenza a fianco di chi soffre è la testimonianza eloquente della carità di Cristo. È un apostolato dei più efficaci. È una scuola di vita e di alta spiritualità, perché insegna a scoprire il volto di Cristo nei fratelli maggiormente bisognosi, ed ammaestra sulla sapienza della Croce e sulla grandezza e potenza redentrice del dolore santificato. Supplisco, nella mia carne, a ciò che manca delle tribolazioni di Cristo, a vantaggio del corpo di lui, che è la Chiesa (Col. 1, 24), ammonisce San Paolo; e ci dice ancora: Soffriamo insieme con lui, per essere altresì con lui glorificati (Rom. 8, 17). Lode, dunque, onore e incoraggiamento a chi, come voi, si fa sollievo, conforto, aiuto degli infermi, poiché il Signore proprio ad essi ha indirizzato le consolanti promesse del suo Regno: Venite, o benedetti del Padre mio, prendete possesso del regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché . . sono stato malato e mi avete visitato . . In verità vi dico: ogni volta che l’avete fatto al più piccolo dei miei fratelli lo avete fatto a me (Matth. 2 5 , 34-40).

Ci sia lecita, quindi, come coronamento di questo incontro, una paterna esortazione che sgorga dalla stima e dalla consapevolezza della dignità dell’opera a cui vi siete dedicati. Continuate a donarvi, continuate a prodigarvi, con un cuore tanto grande da non mai appagarvi per quanto avete fatto; e ciò non certo per una ragione di umano prestigio, ma affinché il vostro Sodalizio si possa accrescere sempre più di nuove energie, per l’affluire di nuovi validi collaboratori, attratti dal vostro esempio. E sempre vi guidi l’amore a Cristo e alla sua Chiesa, la quale considera il vostro servizio per i malati come un aiuto efficacissimo per una più luminosa irradiazione della presenza cristiana nel mondo. Questo ideale vi sostenga nelle difficoltà e nei sacrifici, e vi sospinga sulla via di una generosa dedizione, che nulla cerca e nulla chiede se non la gloria di Dio e la dilatazione del suo regno sulla terra.

L’Apostolica Benedizione, che siete venuti a chiedere e che assai volentieri impartiamo a voi e all’intera vostra organizzazione, avvalori questi paterni voti ed ottenga ai cari ammalati da voi assistiti la costante pienezza dei celesti conforti.

                            



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