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DISCORSO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
AI MEMBRI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO CENTRALE
DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE REDUCI DALLA PRIGIONIA

Sabato, 6 novembre 1976

 

Figli diletti, Membri del Consiglio Direttivo Centrale dell’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia,

Vi accogliamo volentieri in questo incontro, ben conoscendo le sofferenze che hanno segnato il vostro passato e soprattutto la passione che vi anima per promuovere sempre in avvenire i valori inestimabili della pace e della fratellanza universali.

Voi state celebrando qui a Roma il XIII Congresso Nazionale Ordinario della vostra Associazione, sul tema: «L’impegno dei Reduci per la salvaguardia dei valori morali più autentici della patria e della libertà per la pace e la fratellanza fra i popoli».

Crediamo che si tratti della formulazione di un intero programma di pensiero e di vita per ciascuno dei Membri dell’Associazione stessa. Ci sia consentito ravvisare codesta nobiltà dei vostri ideali nella figura tipica d’un eroe ormai ben nota, per essere egli stato dichiarato «Beato» dalla Chiesa. Nel campo infatti del suo internamento, che fu anche il campo del suo martirio, il Padre Massimiliano Kolbe, mediante il proprio olocausto, rese testimonianza a questi valori e ancor più alla fede cristiana che li ispira e li garantisce; essi perciò risplendono più che mai fulgidi e degni di tutta la nostra dedizione. A voi, in particolare, il compito luminoso di lasciarvi sempre guidare da essi, onorandoli del vostro impegno civile e cristiano di fronte alla società italiana e al mondo intero.

Chi lavora per la pace lavora per ciò che prima e sopra ogni altra cosa rende possibile la civile convivenza e la vera promozione umana. Ognuno infatti sa, e voi lo sapete più di tutti, che con la guerra e l’inimicizia si accompagna a tanti esempi di fortezza e di morale grandezza, inevitabilmente non solo la divisione fra i popoli, ma il loro impoverimento e innumerevoli altre sciagure.

Possano le prove da voi subite, le mutilazioni contratte, i segni dei molti patimenti fisici e morali, essere per tutti un monito, una messa in guardia da ogni sorta di ingiustizia, e ancor più uno stimolo al superamento delle molte barriere che ancora impediscono l’espandersi e il fiorire di quelle immense energie di bontà e di armonioso sviluppo, che il Signore ha deposto nell’uomo, creandolo a sua immagine e somiglianza.

Il nostro augurio si tramuta in speranza anche per la nostra storia terrena, se pensiamo alle solenni parole del Veggente dell’Apocalisse: «non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate» (Apoc. 21, 4). E allora sappiamo che il nostro impegno si gioca sul sicuro, poiché lavoriamo non per quello che è destinato a passare ma per quello che, desiderato e cercato nel tempo, resterà poi in eterno.

Alla luce di questa sicura speranza e con lo scopo di confermarvi nei vostri nobili intenti, di cuore impartiamo a Voi, Membri del Consiglio Direttivo, la Nostra Benedizione Apostolica, che intendiamo altresì estendere a tutti gli Aderenti dell’Associazione e alle loro famiglie, in segno della Nostra benevolenza e in pegno dei più copiosi favori celesti.

                          



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