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LETTERA DEL SANTO PADRE PIO X
SULL'AZIONE CATTOLICA*

AI DILETTI FIGLI CONTE STANISLAO MEDOLAGO ALBANI,
PROFESSORE GIUSEPPE TONIOLO,
COMMENDATORE AVVOCATO PAOLO PERICOLI

 

Diletti Figli, salute ed Apostolica benedizione.

Ci piace, diletti Figli, di manifestarvi con una parola di benevolenza e di affetto la consolazione che procurò all'animo Nostro l' indirizzo, col quale una schiera di cattolici italiani ha voluto esprimerci la propria gratitudine per l'ultima Nostra Enciclica ai Vescovi d'Italia intorno allo svolgimento dell'azione sociale.

Se gradite Ci tornano sempre le dimostrazioni di ossequio e d'amore dei singoli fedeli, a più forte ragione Ci consolano le testimonianze, che in qualche particolare circostanza ragguardevoli personaggi, facendosi, per così dire, l'eco sicura dei sentimenti delle diverse classi sociali, credono di dover dare alla Nostra persona o meglio ancora a quella Suprema Podestà, della quale senza verun Nostro merito la Divina Provvidenza Ci volle investire. Quanto in tal caso l' esempio è più dignitoso, altrettanto è per se stesso edificante, e facilmente addiviene efficace e fecondo di benefici frutti.

I nobili sentimenti che l'indirizzo racchiude, non potrebbero essere più conformi, nè meglio rispondenti ai voti del Nostro cuore. Ma ciò che con particolare compiacenza abbiamo ammirato è la docilità con la quale voi accoglieste le Nostre parole. Senza riserve di sorta vi dichiarate già preparati a seguire volonterosi e lieti i Nostri suggerimenti e tradurre in pratica i Nostri disegni, diretti unicamente alla difesa della cristiana società, e ad un salutare risveglio delle vecchie e giovani energie nell' interesse comune della Chiesa e della patria, per la salvezza delle anime.

Maggiore conforto, o diletti Figli, non avreste potuto darci nell'ora presente: tanto più che quella Nostra Enciclica, che porse a voi l'occasione di dichiarare apertamente il vostro filiale attaccamento alla Nostra persona e la vostra piena e schietta sottomissione al Vicario di Gesù Cristo, ad altri purtroppo fornì, senza fondamento veruno di verità, il pretesto di traviare le Nostre intenzioni. E così si è cercato di condurre in inganno la pubblica opinione e la coscienza dei semplici, traendo dalle Nostre parole, per se stesse ovvie e chiarissime, un senso ben diverso da quello che esprimono.

Con voi pertanto, Figliuoli carissimi, non possiamo astenerci dal fare un lamento per la stessa ragione che mosse l' apostolo S. Paolo a scrivere a quei di Corinto le seguenti parole che ora facciamo Nostre: «Questo è il nostro vanto, la testimonianza della nostra coscienza, dell'esserci noi diportati con semplicità di cuore e con sincerità di Dio, e non con saggezza carnale, ma secondo la grazia di Dio in questo mondo e molto più con voi. Perocché non c'è altro nelle nostre lettere, fuori di quello che potete leggervi e comprendervi». Come già una lettera del grande Apostolo, così, la Nostra Enciclica sull'Azione Cattolica in Italia fu da certuni male interpretata, quasi che Noi dicessimo una cosa e volessimo intenderne un'altra, e che, condiscendendo a dispense necessarie in casi particolari, volessimo abbandonare le tradizioni gloriose del passato e rinunciare ai sacrosanti diritti della Chiesa ed alle rivendicazioni di questa Sede Apostolica.

Noi, che sempre avemmo cura di parlare ai fedeli con quella semplicità, che Gesù Cristo tanto raccomandò ai suoi Apostoli, non possiamo permettere che Ci si faccia il torto di trarre fuori dalle Nostre lettere quello che non v' è, nè fu mai nelle Nostre intenzioni, e peggio ancora di torcere le Nostre parole a sensi contrari al loro proprio. Confidiamo però che questa benevola manifestazione dei Nostri sentimenti apra gli occhi a tutti i Nostri figli, che non cessano di esserci cari anche quando traviano. Noi li stringiamo tutti nel paterno amplesso della Divina carità. Voi adunque, Figli dilettissimi, che ben dimostrate di volere corrispondere ai Nostri intendimenti, proseguite nella via additata dalla Nostra ultima Enciclica, e quantunque il compito affidato alle vostre cure sia tuttora preliminare e provvisorio, non vi perdete d'animo di fronte alle difficoltà inevitabili di una impresa che si estende in un campo così vasto e d'indole assai complessa. Lungo e paziente necessariamente dovrà essere il lavoro di preparazione, se dalle vostre fatiche volete raccogliere un frutto durevole; ed errore sarebbe il voler vedere fin da ora gli effetti immediati di un' opera che richiede senza dubbio una organizzazione molto estesa e compietà di tutte le forze cattoliche in Italia.

Voglia il Signore esaudire il voto ardente dell' animo Nostro e Ci dia la consolazione di vedere tutti quanti i Nostri figli uniti come altrettanti fratelli col dolce vincolo della, pace e della carità cristiana: senza gelosie tra loro, senza odi, senza rancori, tutti con santa emulazione attendere alacremente alla propria e all'altrui santificazione. Con questa soave speranza impartiamo a voi, diletti Figli, l'Apostolica benedizione, pegno della Nostra paterna benevolenza.

Roma, dal Vaticano, il 1° Agosto 1905.

 

PIUS PP. X


*AAS, vol. XXXVIII (1905-06), pp. 3-8.

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