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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
ALLE GIOVANI DELL'«ASSOCIAZIONE GUIDE ITALIANE»*

Sala Clementina - Giovedì, 5 gennaio 1950

 

Dilette figlie,

La vostra presenza qui, nelle prime decadi dell'Anno Santo, come rappresentanti di una organizzazione giovanile, di cui le serie aspirazioni, i nobili e generosi sentimenti, la brama di azione, soffusa di serena letizia, empiono il Nostro cuore di paterna soddisfazione e di promettenti speranze, è la solenne affermazione e adesione di una balda e pura giovinezza a quegli eterni valori, senza i quali ogni sforzo ed eroismo umano perde il suo senso più profondo e i suoi più alti scopi.

Alla grandezza e alla sincerità della vostra dedizione per un intento così umanamente nobile e cristianamente elevato corrisponde il calore e l'affetto della Nostra accoglienza a tutte e a ciascuna di voi.

In difficili tempi, tormentati dalle miserie e dai dolori della guerra, il seme del vostro Movimento, — che in altre terre della Cristianità si era già felicemente sviluppato, — fu gettato qui nel suolo di Roma.

Sotto i Nostri occhi, per così dire, voi avete seminato questo germe con coraggio. Sotto i Nostri occhi, quando nella Roma occupata non erano permesse pubbliche cerimonie, voi pronunziaste la vostra prima « Promessa » nei sacri recessi del Cimitero di Priscilla. Lo spirito delle Catacombe e la coscienza del presente, dell'oggi, si sono allora fusi nelle vostre giovani anime in una indissolubile e fruttuosa unione, sotto lo sguardo della Madre di Dio e la protezione di San Giorgio, il Cavaliere santo.

Ciò che avete allora seminato, viene oggi, lentamente ma sicuramente, crescendo in lieti manipoli.

Dalle nevi delle Alpi fino alla Sicilia assolata la vostra Associazione ha guadagnato continuamente in profondità e in estensione. In 73 diocesi d'Italia fiorisce e fruttifica la sementa, a cui Noi nella festa della Immacolata del 1944 demmo la Nostra benedizione.

Ed ecco che oggi con vero compiacimento vi salutiamo riunite dinanzi a Noi: prezioso e incantevole spettacolo di una formazione giovanile, sulla quale l'occhio materno della Chiesa può riposare con delicata contentezza e con forte speranza.

Pur troppo l'opprimente molteplicità dei Nostri doveri durante l'Anno Santo impone a questo Nostro incontro con voi limiti di tempo, che riescono a Noi stessi penosi.

Una paterna esortazione e una fervida preghiera chiuderanno quindi questo scarso quarto d'ora, in cui il saluto di benvenuto quasi si confonde con quello del commiato.

Non lasciate che gli alti fini, il quotidiano proposito, la promessa di fedeltà, nel servizio di Dio, della Chiesa, della Patria, del prossimo, il decalogo della vostra Associazione che dal decalogo di Dio trae il suo intimo impulso e la sua più nobile consacrazione, divengano mai per voi vuote formule. Fate che in ogni giorno e in ogni ora esse siano vera, viva, pura e purificante realtà.

Alla gioventù di oggi toccherà la direzione e la responsabilità del domani.

Vivete il vostro oggi nella continua, non mai interrotta presenza di Dio.

Soltanto così voi contribuirete a far sorgere per la Chiesa, per la Patria, per i vostri fratelli e le vostre sorelle, per voi stesse, un avvenire, in cui il demone dell'odio e della discordia, dell'impurità e della menzogna, dovrà cedere il posto all'angelo della verità e della pace.

Perciò in questo momento, dilette figlie, sale dal Nostro cuore per voi e per la vostra Associazione, nuovissimo germoglio di giovanile generosità in terra italiana, la preghiera del Salmista: « Deus exercituum, respice de coelo et vide et visita vitenz istam. Et protege eam, quam plantavit dextera tua, et surculum quenz roborasti tibi » (Ps. 79, 15).

Con questo augurio e in questa consolante attesa, impartiamo di cuore a voi qui presenti, a tutte le vostre dirigenti, a tutte le vostre socie nei loro diversi gradi, non meno che alle vostre famiglie e a tutte le persone che vi sono care, con effusione di cuore la Nostra paterna Apostolica Benedizione.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XI,
 Undecimo anno di Pontificato, 2 marzo 1949 - 1° marzo 1950, pp. 353 - 354
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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