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LETTERA ENCICLICA
QUOD IAM DIU

DEL SOMMO PONTEFICE
BENEDETTO XV
 



Ai Patriarchi, Primati, Arcivescovi, Vescovi ed agli altri Ordinari locali
che hanno pace e comunione con la Sede Apostolica.

Venerabili Fratelli, salute ed Apostolica Benedizione.

Il giorno che il mondo intero aspettava ansiosamente da tanto tempo e che tutta la cristianità implorava con tante fervide preghiere, e che Noi, interpreti del comune dolore, andavamo incessantemente invocando per il bene di tutti, ecco, in un momento è arrivato: tacciono finalmente le armi. Per la verità, la pace non ha ancora posto solennemente la parola fine alla crudelissima guerra, tuttavia quell’armistizio che intanto ha sospeso le stragi e le devastazioni compiute in terra, nel mare e nell’aria, ha felicemente aperto la porta e la via alla pace.

Per spiegare come sia avvenuto improvvisamente tale cambiamento, potrebbero essere addotte certamente molteplici e svariate cause, ma se si vuole cercare veramente la ragione suprema bisogna risalire assolutamente a Colui che governa tutti gli eventi e che, mosso a misericordia dalle perseveranti preghiere dei buoni, ha concesso all’umanità di riaversi alfine da tanti lutti ed angosce. Mentre dunque dell’insigne beneficio vanno rese somme grazie alla bontà di Dio, Ci rallegriamo che a tale scopo molte ed imponenti dimostrazioni di pietà abbiano avuto luogo nel mondo cattolico. Resta ora da impetrare dalla divina clemenza che il gran dono elargitoci abbia il suo coronamento. Fra poco i delegati delle varie nazioni si aduneranno a solenne congresso per dare al mondo una pace giusta e duratura. Dovranno pertanto prendere deliberazioni così gravi e complesse, quali non furono mai prese da un’umana assemblea.

Non è possibile dire quanto abbiano bisogno di essere illuminati dalla luce divina per potere assolvere il loro mandato. E poiché si tratta di decisioni che interessano sommamente il bene di tutta l’umanità, senza dubbio i cattolici, che debbono per coscienza favorire ordine e progresso civile, hanno il dovere di invocare su coloro che parteciperanno alla Conferenza della pace « la sapiente assistenza del Signore ». Noi vogliamo che tale dovere sia ricordato a tutti i cattolici. Pertanto, Venerabili Fratelli, affinché frutto dell’imminente Congresso sia quel gran dono di Dio che è una vera pace fondata sui principî cristiani della giustizia, allo scopo di implorare su di esso i lumi del Padre celeste, sarà premura vostra indire in ciascuna parrocchia delle vostre diocesi pubbliche preghiere nella forma che stimerete opportuna.

Quanto a Noi, che quantunque indegnamente rappresentiamo Gesù Cristo, Re della Pace, Ci adopreremo con tutta la forza e l’autorità del Nostro apostolico ministero affinché le decisioni che saranno adottate per perpetuare in tutto il mondo la tranquillità dell’ordine e la concordia siano ovunque accettate volentieri dai cattolici, e fedelmente osservate. Auspice dei celesti favori e pegno della Nostra benevolenza, a voi, al clero e al vostro popolo impartiamo di cuore nel Signore l’Apostolica Benedizione.

Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 1 dicembre 1918, anno quinto del Nostro Pontificato.

BENEDICTUS PP. XV 

 

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