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VIDEOMESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
IN OCCASIONE DEL MEETING INTERNAZIONALE

“LA SCIENZA PER LA PACE”

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Desidero esprimere la mia gratitudine agli organizzatori del meeting "La scienza per la pace", in occasione del Giubileo di San Gabriele [dell’Addolorata], il cui santuario si colloca alle pendici del Gran Sasso, sede dei Laboratori Nazionali di Fisica Nucleare.

Saluto le autorità accademiche e scientifiche, gli ospiti delle istituzioni nazionali ed europee e tutti gli uomini e le donne impegnati nella ricerca scientifica.

Tra questi vorrei ricordare il prof. Antonino Zichichi, Presidente della Federazione Mondiale degli Scienziati – insignito in questa occasione della più alta onorificenza dell'Università di Teramo – che continua a dedicare la sua vita per lo sviluppo della scienza e la formazione delle nuove generazioni.

Cari e illustri scienziati, il vostro incontravi è un grande dono di speranza per l’umanità. Mai come in questo tempo si avverte il bisogno di un rilancio della ricerca scientifica per affrontare le sfide della società contemporanea. E sono felice che a promuovere tale incontro sia proprio la Comunità diocesana di Teramo, che testimonia così che non può e non deve esistere contrapposizione tra la fede e la scienza.

Come ho ricordato nell’Enciclica Fratelli tutti, è urgente "conoscere la realtà per costruire insieme" (n. 204). Per far crescere e sviluppare il desiderio di conoscenza che si nasconde nel cuore di ogni uomo e di ogni donna, è necessario che la ricerca scientifica metta a servizio di tutti le proprie indicazioni, ricercando sempre nuove forme di collaborazione, di condivisione dei risultati e di costruzione di reti.

Inoltre "non va trascurato – ricordavo ancora nell'Enciclica - il rischio che il progresso scientifico venga considerato l'unico approccio possibile per comprendere un aspetto della vita, della società e del mondo" (ibid.).

L'esperienza dell'emergenza sanitaria ancora di più e, per certi versi, in modo ancora più urgente, ha sollecitato il mondo della scienza a ripensare le prospettive della prevenzione, della terapia e della organizzazione sanitaria tenendo conto dei risvolti antropologici legati alla socialità e alla qualità delle relazioni tra familiari e, soprattutto, tra generazioni.

Nessun sapere scientifico deve camminare da solo e sentirsi autosufficiente. La realtà storica diventa sempre più una, unica (cfr ibid.) e ha bisogno di essere servita nella pluralità dei saperi, che nella loro specificità contribuiscano a far crescere una nuova cultura capace di costruire la società promuovendo la dignità e lo sviluppo di ogni uomo e di ogni donna.

Di fronte alle nuove sfide, a voi, cari amici e amiche della scienza, è affidato il compito di testimoniare come sia possibile costruire un nuovo legame sociale, impegnandovi a rendere la ricerca scientifica prossima a tutta la comunità, da quella locale a quella internazionale, e che insieme è possibile superare ogni conflitto.

La scienza è una grande risorsa per costruire la pace!

Vi chiedo di accompagnare la formazione delle nuove generazioni insegnando loro a non aver paura della fatica della ricerca. Anche il Maestro si fa cercare: Lui infonde in tutti la certezza che quando si cerca con onestà si incontra la verità. Il cambiamento d'epoca ha bisogno di nuovi discepoli della conoscenza e voi, cari scienziati, siete i maestri di una nuova generazione di costruttori di pace.

Vi assicuro, vi sono vicino e tutta la Chiesa vi è vicina, con la preghiera e l'incoraggiamento.



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