GIOVANNI PAOLO II
UDIENZA GENERALE
Mercoledì, 12 maggio 2004
Salmo 29 - Ringraziamento per la liberazione dalla morte
Vespri del giovedì della 1a settimana (Lettura: Sal 29,2-3.9.11-13)
1. Un intenso e soave ringraziamento sale a Dio dal cuore dell’orante, dopo che in lui si è dissolto l’incubo della morte. È questo il sentimento che emerge con forza nel Salmo 29, ora risuonato non solo nei nostri orecchi, ma senza dubbio anche nei nostri cuori.
Questo inno di gratitudine possiede una notevole finezza letteraria e si regge su una serie di contrasti che esprimono in modo simbolico la liberazione ottenuta dal Signore. Così, allo «scendere nella tomba» si oppone il «risalire dagli inferi» (v. 4); alla «collera di un istante» da parte di Dio, si sostituisce «la sua bontà per tutta la vita» (v. 6); al «pianto» serale subentra la «gioia» del mattino (ibid.); al «lamento» succede la «danza», alla «veste» luttuosa di «sacco» l’«abito di gioia» (v. 12).
Passata, dunque, la notte della morte, sboccia l’alba del nuovo giorno. La tradizione cristiana ha perciò letto questo Salmo come canto pasquale. Lo attesta la citazione di apertura che l’edizione del testo liturgico dei Vespri desume da un grande scrittore monastico del quarto secolo, Giovanni Cassiano: «Cristo rende grazie al Padre per la sua risurrezione gloriosa».
2. L’orante si rivolge ripetutamente al «Signore» - non meno di 8 volte - sia per annunziare che lo loderà (cfr vv. 2 e 13), sia per ricordare il grido lanciato verso di Lui nel tempo della prova (cfr vv. 3 e 9) e il suo intervento liberatore (cfr vv. 2.3.4.8.12), sia per invocare di nuovo la sua misericordia (cfr v. 11). In un altro passo, l’orante invita i fedeli a cantare inni al Signore per rendergli grazie (cfr v. 5).
Le sensazioni oscillano costantemente tra il ricordo terribile dell’incubo attraversato e la gioia della liberazione. Certo, il pericolo lasciato alle spalle è grave e riesce ancora a far rabbrividire; la memoria della sofferenza passata è ancora nitida e vivida; il pianto si è asciugato negli occhi solo da poco. Ma ormai è sorta l’aurora di un nuovo giorno; alla morte è subentrata la prospettiva della vita che continua.
3. Il Salmo dimostra così che non dobbiamo mai lasciarci irretire dal groviglio oscuro della disperazione, quando sembra che ormai tutto sia perduto. Certo, non bisogna neppure cadere nell’illusione di salvarsi da soli, con le proprie risorse. Il Salmista, infatti, è tentato dalla superbia e dall’autosufficienza: «Nella mia prosperità ho detto: Nulla mi farà vacillare!» (v. 7).
Anche i Padri della Chiesa si sono soffermati su questa tentazione che si insinua nel tempo del benessere, e hanno visto nella prova un richiamo divino all’umiltà. Così, ad esempio, fa Fulgenzio, Vescovo di Ruspe (467-532), nella sua Epistola 3, indirizzata alla religiosa Proba, dove commenta il passo del Salmo con queste parole: «Il Salmista confessava che talvolta si era inorgoglito di essere sano, come fosse una sua virtù, e che in ciò aveva individuato il pericolo di gravissima infermità. Dice infatti: … "Nella mia prosperità ho detto: Nulla mi farà vacillare!". E poiché dicendo questo era stato abbandonato dal sostegno della grazia divina e, turbato, era precipitato nella sua infermità, continua dicendo: "Nella tua bontà, o Signore, mi hai posto su un monte sicuro; ma quando hai nascosto il tuo volto, io sono stato turbato". Per mostrare inoltre che l’aiuto della grazia divina, benché già lo si abbia, dev’essere tuttavia invocato umilmente senza interruzione, egli aggiunge ancora: "A te grido, Signore, chiedo aiuto al mio Dio". Nessuno per altro innalza la preghiera e avanza richieste senza riconoscere di avere delle mancanze, né ritiene di poter conservare ciò che possiede confidando soltanto nella propria virtù» (Fulgenzio di Ruspe, Le lettere, Roma 1999, p. 113).
4. Dopo aver confessato la tentazione di superbia avuta nel tempo della prosperità, il salmista ricorda la prova che vi ha fatto seguito, dicendo al Signore: «Quando hai nascosto il tuo volto, io sono stato turbato» (v. 8).
L’orante ricorda allora in che maniera egli ha implorato il Signore (cfr vv. 9-11): ha gridato, chiesto aiuto, supplicato di essere preservato dalla morte, portando come ragione il fatto che la morte non reca nessun vantaggio a Dio, poiché i morti non sono più in grado di lodare Dio e non hanno più nessun motivo di proclamare la fedeltà di Dio, essendo stati abbandonati da lui.
Ritroviamo la stessa argomentazione nel Salmo 87, in cui l’orante, vicino alla morte chiede a Dio: «Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro, la tua fedeltà negli inferi?» (Sal 87,12). Similmente il re Ezechia, gravemente ammalato e poi guarito, diceva a Dio: «Non ti lodano gli inferi, né la morte ti canta inni, … il vivente, il vivente ti rende grazie» (Is 38,18-19).
Così l’Antico Testamento esprimeva l’intenso desiderio umano di una vittoria di Dio sulla morte e riferiva parecchi casi in cui questa vittoria era stata ottenuta: gente minacciata di morire di fame nel deserto, prigionieri sfuggiti alla pena di morte, malati guariti, marinai salvati dal naufragio (cfr Sal 106,4-32). Si trattava però di vittorie non definitive. Presto o tardi, la morte riusciva sempre a prendere il sopravvento.
L’aspirazione alla vittoria si è tuttavia, malgrado tutto, mantenuta sempre ed è diventata, alla fine, una speranza di risurrezione. La soddisfazione di questa potente aspirazione è stata pienamente assicurata con la risurrezione di Cristo, per la quale noi non ringrazieremo mai abbastanza Dio.
Saluti:
I welcome the personnel of the NATO Defense College and I offer prayerful good wishes for their efforts to promote international peace and security. Upon all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience, especially those from England, Finland and the United States of America, I invoke an abundance of joy and peace in the Risen Lord.
J’accueille avec joie les pèlerins de langue française, en particulier les jeunes, notamment les collégiens de Bayonne, ainsi que les fidèles de La Réunion. Que votre séjour à Rome vous permette d’affermir votre foi dans le mystère pascal ! Avec ma Bénédiction apostolique.
Mit Freude heiße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher willkommen. Die Nacht des Todes ist vergangen. In Christus erstrahlt der Sieg des neuen Lebens. Seine Auferstehung ist der Grund unserer Hoffnung. Dankt Gott für seine große Gnade! Der Herr schenke euch seinen Frieden!
Queridos peregrinos de língua portuguesa, de coração saúdo a todos, com destaque para o grupo de idosos assistidos pela «Fundação Cardeal Cerejeira», confiando-os à Virgem Mãe e pedindo-Lhe que conserve na fé e na unidade as famílias e comunidades aqui representadas de Arrifana e Romariz, de Curitiba e Florianópolis: Ponde vossa mão na mão de Maria e deixai-vos conduzir por Ela!
Saludo cordialmente a los visitantes venidos de España y de América Latina, en especial a los pequeños grupos familiares españoles, a los peregrinos mexicanos de Saltillo, así como a los de otros Países latinoamericanos. Invito a todos a seguir fielmente a Cristo, siendo testigos de la vida nueva que Él nos ha dado con su Resurrección.
Muchas gracias.
Saluto in lingua neerlandese:
Ik groet nu alle Nederlandse en Belgische pelgrims!
Moge deze meimaand, toegewijd aan Maria, u helpen om uw geloof in Jezus Christus, onze Verlosser, te verdiepen.
Van harte verleen ik u de Apostolische Zegen.
Geloofd zij Jezus Christus!
Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese:
Ora saluto tutti i pellegrini neerlandesi e belgi!
Questo mese di maggio, dedicato a Maria Santissima, vi aiuti ad approfondire la fede in Gesù Cristo, il Salvatore.
Di cuore imparto la Benedizione Apostolica
Sia lodato Gesù Cristo!
Saluto in lingua croata:
Pozdravljam i blagoslivljam vjernike Župe svetoga Mirka u Šestinama i Ženski pjevački zbor »Vila« iz Duge Rese.
Predragi, Bogoslužje časova je neprekidna molitva onih koji žele hvaliti Gospodina uvijeke; to je hvala onih koji su iskusili neiscrpivu snagu Božje ljubavi što oslobađa i spasava čovjeka.
Hvaljen Isus i Marija!
Traduzione italiana del saluto in lingua croata:
Saluto e benedico i fedeli della Parrocchia di San Pacifico in Šestine e il Coro femminile «Vila» di Duga Resa.
Carissimi, la Liturgia delle Ore è la costante preghiera di quanti desiderano lodare il Signore per sempre; è la lode di quanti hanno sperimentato l’inesauribile forza dell’amore di Dio, che libera e salva l’uomo.
Siano lodati Gesù e Maria!
Saluto in lingua slovacca:
S láskou pozdravujem pútnikov z Moravského Lieskového.
Bratia a sestry, v tomto mariánskom mesiaci vás pozývam do školy Panny z Nazareta. Učte sa od nej milovať Boha a blížnych a byť vždy ochotní plniť Božiu vôľu.
Rád žehnám vás i vašich drahých.
Pochválený buď Ježiš Kristus!
Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca:
Saluto con affetto i pellegrini provenienti da Moravské Lieskové.
Fratelli e sorelle, nel mese mariano vi invito a mettervi alla scuola della Vergine di Nazaret per imparare ad amare Dio e il prossimo e ad essere sempre disponibili a compiere la Sua volontà.
Volentieri benedico voi e i vostri cari.
Sia lodato Gesù Cristo!
Saluto in lingua polacca:
Psalm, którego wysłuchaliśmy na początku dzisiejszej audiencji jest hymnem dziękczynnym za wybawienie od śmierci. Lęk człowieka w obliczu śmierci, autor natchniony przeciwstawia radości i nadziei odradzającego się życia. Perspektywa śmierci może bowiem zamknąć serce człowieka, budzić poczucie pustki i rozpaczy. Tymczasem ta chwila wymaga szczególnego zaufania do Boga, który zawsze pozostaje wierny swoim obietnicom. Psalmista zachęca więc, by nigdy nie wątpić w zbawczą moc Boga, nawet w obliczu śmierci. Tradycja chrześcijańska zawsze odczytywała ten Psalm w świetle tajemnicy zmartwychwstania Chrystusa. Posługiwała się nim jako śpiewem wielkanocnym. Przejście ze śmierci do życia pozostaje najgłębszą tajemnicą, ale i potrzebą każdego ludzkiego serca. Dlatego starotestamentalne pytanie Psalmisty: „Jaki będzie pożytek z mojej śmierci, z mojego zejścia do grobu?" (Ps 29, 10), znajduje pełną nadziei odpowiedź w ofiarowanej nam przez Chrystusa perspektywie zmartwychwstania i życia wiecznego.
Pozdrawiam serdecznie obecnych tu moich Rodaków, pielgrzymów do Grobów Apostolskich. Szczególnie cieszę się dzisiaj z obecności licznej grupy dzieci pierwszokomunijnych z Kościoła Świętego Stanisława w Rzymie. Polecam Bogu wszystkie dzieci, które w tym okresie po raz pierwszy przyjmują do serc Chrystusa. Życzę, aby postępując w duchu wiary Rodziców i Bliskich uczyły się kochać Jezusa całym swoim życiem, a idąc za przewodnictwem Matki Bożej nigdy nie ustawały w wierze. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.
Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:
Il Salmo che abbiamo ascoltato all’inizio dell’odierna udienza è un inno di grazie per essere salvati dalla morte. L’ispirato autore contrappone la paura dell’uomo di fronte alla gioia e alla speranza di una vita che rinasce. La prospettiva della morte, infatti, a volte può chiudere il cuore dell’uomo, può destare il senso di vuoto e di disperazione. Quell’istante esige invece una particolare fiducia in Dio il quale è sempre fedele alle sue promesse. Il Salmista esorta dunque a non dubitare mai della potenza salvifica di Dio, persino di fronte alla morte. La tradizione cristiana ha sempre letto questo Salmo alla luce del mistero della resurrezione di Cristo. Si è sempre servita di esso come di un canto pasquale. Il passaggio dalla morte alla vita rimane il più profondo mistero, ma anche il bisogno di ogni cuore umano. Per questo il Salmista domanda: "Quale vantaggio dalla mia morte, dalla mia discesa nella tomba?" (Sal 29,10). La risposta dell’Antico Testamento è colma di speranza nella prospettiva della resurrezione e della vita eterna.
Saluto cordialmente i miei connazionali qui presenti, pellegrini alle Tombe degli Apostoli. Oggi mi rallegro in modo particolare per la presenza di un numeroso gruppo di bambini della prima Comunione, della chiesa di San Stanislao, a Roma. Affido a Dio tutti i bambini che in questo tempo per la prima volta ricevono Cristo nei loro cuori. Auguro loro di coltivare lo spirito di fede dei loro genitori e dei loro cari. Imparino ad amare Gesù con tutta la loro vita, e con l’aiuto della Madonna perseverino sempre nella fede.
Sia lodato Gesù Cristo.
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Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i rappresentanti dell’Associazione Rondine-Cittadella della pace, accompagnati da alcuni Vescovi della Toscana. A loro e a tutti i presenti rinnovo l’invito di pregare per la pace nel mondo, specialmente in Irak e nel Medio Oriente. Col sostegno della Comunità Internazionale, possano quelle care popolazioni incamminarsi decisamente sulla strada della riconciliazione, del dialogo e della cooperazione.
Saluto inoltre le Superiore Generali di diversi Istituti religiosi, il gruppo di giuristi provenienti da varie parti del mondo, i fedeli della parrocchia San Nicola di Mira, in Forchia, e gli sbandieratori di Bisignano. Carissimi, vi incoraggio a operare, nei rispettivi ambiti di impegno ecclesiale e civile, per la costruzione di una civiltà ispirata ai valori cristiani.
Mi rivolgo, infine, a voi giovani, a voi malati e a voi sposi novelli. Domani ricorre la memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Fatima. Carissimi, vi esorto a rivolgervi incessantemente e con fiducia alla Madonna, affidando a Lei ogni vostra necessità.
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