GIOVANNI PAOLO II
LETTERA APOSTOLICA
IN FORMA DI “MOTU PROPRIO”
CON LA QUALE VIENE ISTITUITO
L’UFFICIO DEL LAVORO DELLA SEDE APOSTOLICA
Nel primo anniversario della promulgazione dell’enciclica Laborem Exercens, nella quale sono ricordate le principali verità del “vangelo del lavoro” contenute nel patrimonio della dottrina sociale della Chiesa, e lo stesso lavoro è additato come “la chiave essenziale di tutta la questione sociale considerata dal punto di vista del vero bene dell’uomo” (Laborem Exercens, 3), esposi al Cardinale segretario di Stato, con lettera del 20 novembre 1982, i peculiari caratteri di quella particolare comunità costituita da quanti - uomini e donne, sacerdoti, religiosi e laici - prestano la loro opera nei dicasteri ed organismi della Sede Apostolica, al servizio della Chiesa universale. In tale prospettiva devono armonizzarsi tanto la chiara consapevolezza di ciò che significa la partecipazione alla “sollecitudine per tutte le Chiese” (2 Cor 11, 29), che caratterizza il servizio prestato presso la Cattedra di Pietro, quanto le esigenze di giustizia e di equità dettate dall’autentico rispetto della dignità della persona di ciascun collaboratore. Si tratta di esigenze poste in evidenza tanto dai miei predecessori, a partire dalla enciclica Rerum Novarum di Leone XIII, quanto dal Concilio Ecumenico Vaticano II e da me stesso nelle encicliche Laborem Exercens e Sollicitudo Rei Socialis.
Ora, anche in applicazione della costituzione apostolica Pastor Bonus, che ha recepito nel testo normativo (Ioannis Pauli PP II Pastor Bonus, artt. 33-36) e nell’Annesso II i principi della menzionata lettera, ritengo giunto il momento, dopo approfonditi studi e consultazioni, di dare avvio, con convenienti norme e strutture, all’attuazione dei medesimi principi.
Pertanto istituisco l’Ufficio del lavoro della Sede Apostolica (ULSA) secondo lo statuto da me approvato ad experimentum per un quinquennio ed unito al presente Motu Proprio.
La competenza di questo ufficio si riferisce al lavoro, in tutte le sue forme ed applicazioni, prestato alle dipendenze della Curia romana, dello Stato della Città del Vaticano, della radio vaticana e degli organismi o enti, esistenti e futuri, anche non aventi sede nello Stato della Città del Vaticano, e gestiti amministrativamente in modo diretto dalla Sede Apostolica.
Nel creare l’ULSA desidero dar vita, in primo luogo, ad un organismo destinato alla realizzazione e al consolidamento di una vera e propria comunità di lavoro, i cui pilastri portanti sono quelle caratteristiche del lavoro umano quali si possono dedurre dalle encicliche sopra citate: il lavoro come prerogativa della persona, come dovere, come diritto ed infine come servizio.
Attendendo alle funzioni ad esso affidate, l’ULSA contribuirà a far sì che nella particolare comunità di lavoro, operante alle dipendenze del Papa,
- sia fattivamente onorata la dignità di ciascun collaboratore;
- siano riconosciuti, tutelati, armonizzati e promossi i diritti economici e sociali di ogni membro;
- siano sempre più fedelmente adempiuti i rispettivi doveri;
- sia stimolato un vivo senso di responsabilità;
- sia reso sempre migliore il servizio.
Adempiendo le proprie funzioni l’ULSA favorirà sempre più la trasformazione della comunità di lavoro in una comunità di persone ove, insieme alla necessaria unità di direzione, sia promossa l’attiva partecipazione di ogni membro di ciascuno organismo, sollecitando ad una adeguata preparazione culturale e professionale, e stimolando la coscienza della propria funzione e responsabilità, secondo le capacità ed attitudini di ciascuno, affinché tutti si sentano parte attiva tanto in seno al rispettivo settore, quanto nella prospettiva della missione dell’intera Chiesa (cf. Gaudium et Spes, 68). Infatti: “L’attività di tutti coloro che lavorano nella Curia Romana e negli altri Organismi della Santa Sede è un vero servizio ecclesiale, contrassegnato da carattere pastorale, in quanto è partecipazione alla missione universale del Romano Pontefice, e tutti devono compierlo con la massima responsabilità e con la disposizione a servire” (cf. Ioannis Pauli PP II Pastor Bonus, art. 33).
All’ULSA è assegnata infine la composizione delle eventuali questioni di carattere amministrativo o economico-sociale, emergenti nei vari organismi della Sede Apostolica.
In questa,concezione tipicamente comunitaria dei rapporti di lavoro e considerata la natura specifica del servizio reso alla Santa Sede, non è concepibile il ricorso a metodi rivendicativi di forza; occorrerà pertanto promuovere le vie del dialogo sincero per la ricerca comune di soluzioni, ricorrendo in primo luogo alle previste procedure di conciliazione.
É mio auspicio che, grazie all’ufficio del lavoro, la Santa Sede appaia sempre meglio anche come esempio dell’impegno della Chiesa in favore della giustizia, la cui anima è la virtù cristiana della solidarietà (cf. Sollicitudo Rei Socialis, 39).
In tal modo, tutti insieme avremo anche recato un efficace contributo alla costruzione di quella pace che è frutto della giustizia e della sincera collaborazione nelle relazioni interpersonali, sociali e tra i popoli, per la quale instancabilmente opera la Sede Apostolica mediante i suoi organismi.
Tutto quanto è stato stabilito con la presente Lettera, in forma di Motu Proprio, ordino che abbia pieno e stabile valore a partire dal 1° marzo 1989, nonostante qualsiasi disposizione contraria, pur meritevole di speciale menzione.
Dato a Roma, dal palazzo apostolico Vaticano il 1° gennaio dell’anno 1989, undecimo di Pontificato.
GIOVANNI PAOLO II
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