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VIAGGIO APOSTOLICO
A CAPO VERDE, GUINEA BISSAU, MALI, BURKINA FASO E CIAD

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI NELL
’ARCIVESCOVADO DI N’DJAMENA

N Djamena (Ciad) - Mercoledì , 31 gennaio 1990

 

Cari fratelli nell’episcopato,

1. Sono lieto di essere con voi questa sera, al termine di un’intensa giornata.

Recandomi, oggi, a Moundou e a Sarh, ho potuto prendere contatto realmente con le vostre comunità diocesane e ne rendo grazie a Dio. Ritornando nella capitale, ho avuto la gioia di incontrare il clero, i religiosi, le religiose ed i seminaristi dell’arcidiocesi di N’Djamena. Nella semplicità di questa riunione familiare, vorrei innanzitutto ringraziarvi per avermi invitato qui. Mi avete permesso così di rendervi la visita che mi avete fatto nell’ottobre del 1988, visita “ad limina” alla quale aveva preso parte il caro Monsignor Balet, al quale, in questo momento, va il mio pensiero e la mia preghiera.

Mi avete anche dato l’occasione di conoscere la vostra terra, il vostro ambiente e le vostre condizioni di lavoro apostolico.

L’incontro del vostro popolo con il Papa è stato ben preparato: avete saputo alimentare la sua preghiera e stimolare la sua riflessione sull’esortazione apostolica post-sinodale Christifideles laici.

2. Nel proseguimento delle iniziative suscitate dalla vostra lettera pastorale sul sacramento del perdono e della riconciliazione, continuate ad incoraggiare i battezzati ad impegnarsi decisamente per la causa della pace e dell’unità, affinché la Chiesa del Ciad appaia sempre più come un segno di speranza per il Paese.

I candidati al sacerdozio del seminario maggiore “San Luca” sono anche loro un segno di speranza per l’avvenire. Certo, voi avete un gran bisogno di sacerdoti poiché, per lunghi mesi, le vostre comunità sono private dei sacramenti. L’aumento del numero di coloro che entrano ogni anno in seminario è di buon auspicio. So che potete contare anche sull’aiuto dei vostri zelanti catechisti, nei quali i primi missionari hanno riposto, giustamente, tanta speranza.

Continuate con la formazione dei laici affinché essi possano divenire sempre più “luce del mondo” e “sale della terra”: voi edificherete così la Chiesa su solide fondamenta, nella linea dell’ultimo Sinodo dei Vescovi che aveva raccomandato, tra le principali priorità pastorali, la catechesi di tutti i fedeli, dalla prima iniziazione fino alla maturità adulta.

3. Il mio pellegrinaggio nelle vostre diocesi avrà anche, come effetto, di far meglio conoscere fuori dai vostri confini la Chiesa viva e generosa che è in Ciad, di suscitare nuovi scambi tra Chiese di continenti diversi e quindi - ve lo auguro - di risvegliare la generosità delle altre diocesi che si sentiranno maggiormente chiamate ad aiutarvi con l’aiuto di persone o con i loro doni materiali.

4. Questa visita pastorale si inserisce felicemente nel quadro della preparazione dell’Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per l’Africa, che ho convocato nella festività dell’Epifania dell’anno passato, in risposta a tanti desideri espressi in terra africana. La riflessione comune dei delegati dell’episcopato darà uno slancio nuovo alla Chiesa di questo continente per la sua missione evangelizzatrice, alla soglia dell’anno Duemila.

L’assemblea esaminerà le vie e i modi più consoni agli africani di mettere meglio in pratica le parole del Signore risorto rivolte ai suoi discepoli: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni” (At 1, 8). “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16, 15). E ancora: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni” (Mt 28, 19).

L’annuncio del Vangelo a tutti i popoli della terra non può farsi senza l’incontro della Buona Novella con le culture, incontro che comporta la trasformazione dei valori autentici di queste culture attraverso la loro integrazione nel cristianesimo. In vista del radicarsi sempre più profondo della Chiesa nella terra d’Africa, sarà conveniente, secondo i criteri di discernimento forniti dal Concilio Vaticano II, mettere in evidenza quegli elementi della tradizione che meglio permettono di “render gloria al Creatore, di mettere in luce la grazia del Salvatore, ed a ben organizzare la vita cristiana” (Ad gentes, 22).

L’avvenimento fondatore della Pentecoste ci ricorda in modo esemplare che tutti i popoli della terra sono invitati a proclamare “le meraviglie di Dio”, nella pluralità e diversità delle lingue. L’inculturazione, o il processo per mezzo del quale la fede cristiana si incarna nelle culture, è quindi inerente all’annuncio del Vangelo. Per mezzo della sua Incarnazione, il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo (cf. Gaudium et spes, 22); per cui si può dire che nessun valore umano autentico è estraneo al Cristo, né è escluso dall’inculturazione. Una riflessione teologica rigorosa e strutturata sarà quindi necessaria per apprezzare costumi, tradizioni, saggezza, scienza, arti e discipline dei popoli e far entrare tutto ciò che è vero, bello e buono di quest’eredità nell’“ammirabile scambio” dell’incarnazione del Cristo.

Questa riflessione si rende ancor più necessaria in quanto questi costumi e queste tradizioni si presentano oggi nel quadro delle religioni o dei sistemi che hanno loro impresso un carattere speciale. È qui, allora, che il dialogo interreligioso, soprattutto tra cristiani e musulmani, acquista tutto il suo valore: come intendono gli uni e gli altri accogliere, promuovere e trasformare le ricchezze del passato per meglio rispondere alle sfide di una modernità che bisogna comunque accettare in vista di un migliore sviluppo materiale, intellettuale e spirituale?

Cari fratelli nell’episcopato, vi esorto a mobilitare le vostre famiglie diocesane per la preparazione di questa assemblea del Sinodo affinché, grazie alle loro preghiere ed alla loro partecipazione alla riflessione generale, il volto della Chiesa in Africa corrisponda sempre meglio al disegno del Cristo e che la sua opera salvifica sia sempre più riconosciuta.

5. Le celebrazioni della nostra fede comune svoltesi in questa terra del Ciad ci hanno permesso di rafforzare i legami di comunione tra di noi; siamo cresciuti nell’amore del Cristo e del prossimo. Dio sia benedetto!

In seguito a questa visita, voi sarete ancora più presenti nella mia preghiera. Siate certi che io serbo nel mio cuore il ricordo delle popolazioni del Ciad e degli altri paesi visitati durante questo sesto viaggio africano: esse possiedono dei titoli particolari per l’affetto e la sollecitudine del Papa!

6. Che Nostra Signora, alla quale abbiamo consacrato il Ciad, vegli su questo popolo con la sua tenerezza materna e che essa lo sostenga nel suo cammino verso Dio! Che Ella assista anche voi e che possa colmare di speranza e di gioia i vostri cuori di Pastori!

Vi benedico cordialmente insieme a tutti coloro che collaborano con voi in ciascuna delle vostre diocesi e a tutti i fratelli del Ciad.

 



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