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SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II
AI FEDELI POLACCHI

Castel Gandolfo - Giovedì, 26 luglio 1990 

 

Cari fratelli e sorelle,

Prima della benedizione finale rivolgiamo il nostro pensiero a tutte le nostre famiglie. A quelle in Polonia e a quelle che vivono nelle diverse parti del mondo. Durante i preparativi per il Millennio del Battesimo abbiamo svolto delle riflessioni sul principio - perché non si tratta di uno slogan, ma di un principio: “La famiglia forte in Dio”. Non cessiamo di pregare per le nostre famiglie polacche affinché siano forti in Dio. Anche quando sotto il loro tetto compare ogni sorta di debolezze umane. Affinché la nostra famiglia sia forte in Dio. Affinché sia forte dall’inizio, dalle fondamenta, dal fidanzamento; affinché sia forte nella sua indissolubilità, nella sua unione, nel suo amore, nella sua fedeltà coniugale fino alla morte. Affinché sia forte nel servizio della nuova vita umana che è un grande dono di Dio e esige una grande responsabilità. In questo campo negli ultimi tempi si è guastato molto, si sono guastate molte cose . . . Bisogna ricostruire l’economia. È una cosa giusta. È una base, un fondamento della vita e anche della famiglia. Ma questo non basta. Bisogna nello stesso tempo ricostruire quell’altra economia che si chiama la moralità della famiglia. Ricostruire l’amore che sia responsabile per l’indissolubilità, per la vita concepita nel seno materno. Quella che viene portata nel seno della madre è una vera persona umana. Non è possibile parlare solo di un intervento quando si toglie la vita a un uomo. Qui si tratta della trasgressione del comandamento: “Non uccidere”. È come se venisse ucciso un uomo vivente fuori dal seno materno, un uomo maturo.

Preghiamo insieme per le nostre famiglie polacche, affinché siano “forti in Dio”. La loro debolezza deriva da motivi umani. Ma queste debolezze non possono prendere il sopravvento, non possono costituire una giustificazione. Preghiamo per le nostre famiglie polacche oggi, nel giorno dedicato a questa famiglia in cui è venuta alla luce Maria. Preghiamo anche per tutte le donne che portano il nome di Anna, e per gli uomini che portano il nome Gioacchino, anche se è un nome abbastanza raro.

Preghiamo per tutte le donne-madri e per tutti gli uomini-padri. Preghiamo per la responsabilità paterna degli uomini, per la responsabilità paterna dei padri in Polonia. Preghiamo per le nostre famiglie polacche.

Abbiamo cominciato a costruire la realtà sovrana di cui noi, come nazione e come società, siamo il soggetto che decide sulla nostra vita collettiva in tutti i suoi ambiti. La prima condizione di questa nuova costruzione, di questa ricostruzione e di questa sovranità è l’ordine morale in tutta la vita sociale. Questo ordine comincia dalla famiglia. L’ordine morale delle nostre famiglie. Vi ringrazio per la vostra partecipazione così numerosa e devota al Santo Sacrificio. Grazie per il canto, specialmente per i cori.

Dio benedica tutti i pellegrini che sono venuti a Roma e oggi hanno partecipato qui, a Castel Gandolfo, alla Santa Messa celebrata dal Papa, il loro compatriota. A tutti imparto la benedizione e vi prego di portarla ai vostri cari in patria e dovunque viviate.

 

© Copyright 1990 - Libreria Editrice Vaticana

 


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