VISITA PASTORALE AD IVREA
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE AUTORITÀ CITTADINE NEL VESCOVADO DI IVREA
Ivrea (Torino) - Domenica, 18 marzo 1990
1. Dopo il mio primo incontro con i fedeli di questa città nella celebrazione eucaristica, mi è particolarmente gradito porgere il mio saluto a lei, signor sindaco, al signor ministro e a tutte le autorità cittadine e regionali. Ringrazio per le parole di benvenuto rivoltemi a nome del Governo e della popolazione, mentre ricambio di cuore ogni felice augurio di bene, di prosperità, di pace.
2. Ivrea è sede di strutture industriali tra le più moderne e innovatrici: basti pensare a quanto si produce qui nel settore dell’informatica e dell’automazione. Ma in tutto il territorio il lavoro è onorato da numerose altre iniziative, tanto nell’ambito industriale quanto nel settore dell’agricoltura, che ha conosciuto in questi anni trasformazioni tecnologiche radicali. Né mancano a Ivrea importanti iniziative culturali, sostenute da un’intensa attività editoriale e dall’organizzazione di convegni e seminari che promuovono il dialogo sociologico, politico, filosofico e religioso.
Ivrea, dunque, riveste per lo sviluppo e la promozione culturale dell’intero Paese un suo ruolo importante, ed è giusto riconoscerlo, come è giusto meditare sul cammino percorso da questa popolazione per raggiungere mete significative di promozione umana e di benessere.
3. La Città ha tradizioni antichissime, che risalgono ad epoche anteriori alla stessa civilizzazione romana. Esse si sono ben presto arricchite con l’apporto dell’annuncio evangelico, qui recato già nei primi secoli dell’era cristiana. La storia di Ivrea conobbe poi tappe importanti nel corso del medioevo. In quel tempo alcune iniziative culturali ebbero originali attuazioni: basti ricordare la Scuola vescovile, già celebre all’inizio del secolo nono, e la diffusione dei suoi mirabili testi in tutte le biblioteche d’Europa.
Sono esempi cospicui e tuttora eloquenti. Ad essi i cittadini di oggi potranno utilmente rifarsi per trarne indicazioni illuminanti circa la collaborazione che la società civile e quella religiosa sono chiamate ad attuare in vista del bene comune. Occorre, infatti, riconoscere l’interdipendenza esistente tra i valori umani essenziali, e la conseguente necessità di promuoverli in modo coordinato, pur nel rispetto delle rispettive, legittime autonomie. Solo così sarà possibile attuare un autentico progresso di tutto l’uomo e dell’intera compagine sociale.
4. Il mio auspicio è che la comunità di Ivrea e di tutto il Canavese prosegua il suo cammino verso il pieno sviluppo, basato non solo sul benessere economico e sociale, ma anche sulla vigorosa affermazione dell’identità culturale di questo popolo e sulla sua apertura verso il trascendente. Per questo invoco sul popolo di Ivrea e su coloro che ne reggono le sorti la costante protezione di Dio e di Colei che ha dato al mondo il Salvatore.
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