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VIAGGIO PASTORALE IN LITUANIA, LETTONIA ED ESTONIA

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON GLI 11 PRESULI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE LITUANA

Arcivescovado di Kaunas (Lituania) - Lunedì, 6 settembre 1993

 

Venerati fratelli nell’Episcopato!

1. “Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!” (Rm 1, 7).

Sperimento in questi giorni la gioia di vedere finalmente realizzarsi l’auspicio, formulato sin dall’inizio del mio Pontificato, di rendere visita, una volta ripristinata la libertà religiosa e ristabilito il rispetto dei diritti umani, a voi e ai fedeli della Lituania, Nazione “Semper fidelis” alla Sede di Pietro.

Pochi mesi or sono, durante la visita “ad limina”, vi ho espresso i sentimenti di speranza e il vivo interesse con cui seguo il risorgere della vita religiosa nel vostro amato Paese.

Nel ribadire ora, in terra lituana, quanto allora ebbi occasione di dire, desidero innanzitutto confermarvi nel proposito di privilegiare l’evangelizzazione delle vostre comunità, mediante un’azione catechetica sempre più adeguata e capillare.

Dopo mezzo secolo di silenzio su Dio e di vita ecclesiale forzatamente limitata all’ambito cultuale all’interno delle Chiese, i credenti lituani hanno sicuramente sete di approfondire la loro fede. A tal fine, di grande utilità sarà la diffusione del nuovo “Catechismo della Chiesa Cattolica” recentemente promulgato, che costituisce un autorevole strumento per l’organica presentazione della dottrina cristiana, secondo le linee del Concilio Vaticano II.

Tale rinnovato annuncio del Vangelo si rivelerà particolarmente salutare in questo delicato momento storico in cui il popolo lituano, dopo aver subito gli influssi deleteri dell’ideologia marxista, affronta ora l’impatto con un altro tipo di cultura, apparentemente meno aggressiva, ma in realtà non meno insidiosa, perché largamente attraversata da un materialismo pratico che attenta alle radici stesse dell’esperienza religiosa.

2. Venerati fratelli nell’Episcopato, per il buon esito della nuova evangelizzazione saranno, pertanto, decisivi due impegni pastorali già felicemente avviati in Lituania: l’aggiornamento del clero e la formazione dei laici.

Quanto ai Sacerdoti, come dimenticare che uno dei mali maggiori, sofferti durante gli anni di occupazione e di persecuzione, è stato l’isolamento, che li ha privati a lungo dei normali mezzi di formazione? Le lacune derivanti da tale situazione vanno certamente colmate. Esercizi e ritiri spirituali, incontri di formazione permanente, la partecipazione a significative esperienze pastorali anche internazionali, il contatto con i nuovi movimenti ecclesiali saranno utili mezzi per provvedere ad un adeguato aggiornamento, che non mancherà di rivelarsi particolarmente utile per la vita personale e per l’azione pastorale del clero. Non meno importante è poi la preparazione dei futuri Presbiteri, che dovrà accompagnarsi ad una conveniente riforma dei Seminari, secondo gli orientamenti offerti dal Concilio e dai successivi documenti della Chiesa.

Il compito quanto mai urgente della nuova evangelizzazione richiede, inoltre che sia impresso nuovo impulso all’apostolato dei laici, fortemente contratto in Lituania, durante il periodo delle ben note limitazioni della libertà, proprio mentre nella Chiesa universale si registrava una promettente stagione di impegno laicale.

La responsabilità dei laici, chiamati ad un’attiva partecipazione alla vita ecclesiale e ad una specifica ed insostituibile testimonianza nella società, si radica nel Battessero. Essa crescerà nella misura in cui il laicato cattolico acquisterà piena consapevolezza delle esigenze evangeliche. Sarà d’indubbia utilità per le Comunità cattoliche lituane stabilire contatti con quei movimenti laicali, riconosciuti dall’autorità ecclesiale e diffusi ormai in tutto il mondo. Questi, con la loro vivacità e il loro impegno, hanno portato, negli anni prima e dopo il Concilio, un notevole contributo al rinnovamento della vita cristiana. Ne trarranno vantaggio i giovani, alla ricerca della propria vocazione; gli adulti, chiamati ad essere testimoni credibili nella società; le famiglie, che devono diventare sempre più “chiese domestiche”; l’intero popolo lituano, che vedrà scorrere la linfa vitale dei valori cristiani, annunciati con rinnovato vigore nell’ambito del lavoro, della scuola e dell’Università, del servizio sociale e politico.

3. Carissimi fratelli nell’Episcopato, affido al Signore, mediante l’intercessione della Vergine Santa, Regina della Lituania, singolarmente venerata dal popolo lituano, questi auspici, che so essere pienamente da voi condivisi. Lo faccio di tutto cuore, esprimendo nuovamente la mia riconoscenza sia per il reiterato invito ricevuto da tutti voi, e in particolare dal venerato Cardinale Sladkevicius, sia per la calda accoglienza che mi avete riservato durante questa mia visita pastorale. Accompagno questi miei voti con l’assicurazione di un costante ricordo al Signore.

Ad ognuno di voi ed a tutti i fedeli della carissima Lituania, la mia affettuosa benedizione.

 



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