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VIAGGIO APOSTOLICO NEGLI STATI UNITI

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON I MEMBRI DELLA DIREZIONE
DEL «CATHOLIC RELIEF SERVICES»

Baltimora (USA) - Domenica, 8 ottobre 1995

 

Cari amici in Cristo!

1. “Caritas Christi urget nos” (2 Cor 5, 14). Per più di cinquant’anni il Catholic Relief Services ha operato per mettere in pratica il mandato che la Chiesa ha ricevuto dal suo Signore: “per annunziare ai poveri un lieto messaggio... per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, per rimettere in libertà gli oppressi” (Lc 4, 18). La mia Visita pastorale a Baltimore mi offre l’opportunità di esprimere la mia profonda gratitudine alla vostra organizzazione e a coloro che la sostengono con le loro preghiere e con i loro generosi contributi. Ringrazio, soprattutto, Dio Onnipotente, che fa sì che voi possiate testimoniare quanto sia vero che la fede che opera per mezzo della carità (cf. Gal 5, 6) è il segno dell’autentica condizione di discepolo.

Il Catholic Relief Services è noto per i suoi programmi efficaci e innovativi di assistenza che esso promuove in tutto il mondo. Sempre pronto, in qualsiasi momento, ad aiutare le vittime di disastri naturali e le popolazioni oppresse dalla povertà, dalla carestia, dalle epidemie e dalla guerra, esso è ispirato da un fermo impegno per la ricca tradizione della dottrina sociale cattolica, il cui fine è “la difesa della persona umana e la tutela della sua dignità” (Centesimus Annus, 3). Il sacro compito della Chiesa di proclamare il Vangelo “a ogni creatura” (Mc 16, 15), comprende infatti anche il suo insegnamento sulle implicazioni morali e religiose della vita politica, economica e sociale.

2. Il principio basilare dell’insegnamento sociale della Chiesa, dal quale derivano tutti gli altri, è che la persona umana è e deve essere “principio, soggetto e fine di tutte le istituzioni sociali” (Gaudium et Spes, 25). Tutti gli individui, senza eccezioni, sono creati a immagine di Dio (cf. Gen 1, 27) e redenti dal Sangue di Cristo. In un mondo segnato dalle divisioni religiose e dalle rivalità tra le nazioni, il Catholic Relief Services testimonia l’unità della famiglia umana e la dignità uguale e inalienabile di ognuno e di ciascuno. I suoi progetti in Bosnia ed Erzegovina, in El Salvador, ad Haiti, in India, nel Rwanda e in Viêt Nam, per citare solo alcune delle sue iniziative più recenti, rispecchiano fedelmente l’intento dichiarato dell’Organizzazione di aiutare le persone “in base al bisogno, non al credo, alla razza o alla nazionalità” (Dichiarazione di Missione).

Lo splendore della gloria di Cristo si riflette sul volto di ogni essere umano, e ciò è tanto più vero quanto più quel volto è emaciato dalla fame, intristito dall’esilio, segnato dalla miseria e dalla povertà (cf. Mt 25, 31-46). Con coraggio e con compassione i cristiani devono essere sempre più attenti al grido dei poveri, servendo il Signore che è presente nella loro sofferenza. Quale condizione indispensabile per la preparazione del Grande Giubileo dell’anno 2000, “come non sottolineare più decisamente l’opzione preferenziale della Chiesa per i poveri e gli emarginati?” (Tertio Millennio Adveniente, 51).

3. La verità sulla dignità umana ci trasmette una corretta visione della società. Fin dall’inizio del mio ministero papale ho ripetutamente sottolineato l’importanza della solidarietà sociale come strumento per edificare la civiltà dell’amore a cui l’umanità anela. La solidarietà implica “la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, poiché tutti siamo veramente responsabili di tutti” (Sollicitudo Rei Socialis, 38). La solidarietà, vissuta prima nella comunione della famiglia e poi nella comunità e nella nazione, ha un’apertura universale all’intera famiglia umana.

Purtroppo, la Chiesa incontra ostacoli che impediscono la pratica della solidarietà a livello mondiale, come le forme di isolazionismo che tendono a indebolire il senso di responsabilità internazionale. Altre sfide provengono da ideologie che predicano l’odio sociale e l’intolleranza religiosa. Ispirato dall’insegnamento e dall’esempio di Cristo, l’impegno per la solidarietà internazionale del Catholic Relief Services ripete la rassicurazione del Signore della storia: “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25, 40).

4. Cari fratelli e sorelle: i vostri decisi sforzi per soddisfare i bisogni di un numero infinito di persone in tutto il mondo, che si rivolgono a voi in cerca di aiuto, recano un’eloquente testimonianza della virtù cristiana della carità. Come sapete, alleviare le sofferenze dei molti Calvari moderni che reclamano a gran voce la vostra attenzione e il vostro aiuto, non significa solo lavorare per alleviare le sofferenze del momento, ma anche, alla luce del Vangelo, sforzarsi di alimentare il rispetto di sé e la solidarietà tra i poveri stessi. La forma migliore di assistenza consiste nell’incoraggiare i bisognosi a diventare i principali artefici del loro sviluppo sociale e culturale. Questo approccio rispetta l’autentica “soggettività” delle persone, rendendole in grado di “soggiogare” insieme la creazione (cf. Gen 1, 28), in modo che l’umanità prepari la strada alla venuta del Regno di Dio.

A questo proposito sono necessarie strategie innovative e approcci creativi che risolvano i problemi strutturali del sottosviluppo, che sono spesso il risultato dell’insensibilità e dell’ingiustizia. La risposta a questa sfida rappresenta un aspetto importante dell’opera del Catholic Relief Services, che dovrebbe essere portata avanti sempre nella stretta osservanza dell’insegnamento sociale della Chiesa.

5. Come Pastore della Chiesa universale desidero ringraziarvi per il vostro instancabile lavoro a favore dei “poveri del Signore”. Affido con gioia il Catholic Relief Services, i suoi benefattori, i collaboratori e i volontari, a Maria, l’amorevole Confortatrice degli Afflitti, e faccio mia la preghiera di san Paolo: “Il Signore poi vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti” (1 Ts 3, 12). Con la mia Benedizione apostolica.

 



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