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DISCORSO DEL SANTO PADRE LEONE XIV
AI VESCOVI DEL MADAGASCAR
Sala dei Papi
Lunedì, 16 giugno 2025
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Eminenze, Eccellenze, cari fratelli nell’episcopato!
È con grande gioia che vi accolgo oggi presso la tomba dell’apostolo Pietro, voi pastori della Chiesa che è in Madagascar, venuti a Roma in pellegrinaggio giubilare. Questo incontro ha per me un significato particolare, perché è il nostro primo incontro. Rendo grazie al Signore per questa occasione di fraternità in Cristo.
Devo anche dirvi che ammiro la vostra decisione di venire tutti insieme a Roma, come vescovi del Madagascar. È un bel segno di unità, già concordato con l’amato Papa Francesco, che sentiamo spiritualmente presente anche in questo momento. Egli ha visitato il vostro Paese nel 2019 e, tre anni dopo, vi ha accolto in Visita ad limina Apostolorum. Questa volta è il Giubileo, l’Anno di grazia proclamato dal Signore Gesù, che vi ha convocati.
Ed è bello che siate diventati pellegrini della speranza, insieme alle migliaia e migliaia di fedeli che ogni giorno varcano le Porte Sante delle basiliche papali. Siete innanzitutto pellegrini della speranza per voi stessi: voi che siete pastori, avete ricordato che siete prima di tutto pecore del gregge, alle quali Cristo dice: «Io sono la porta delle pecore. [...] Se qualcuno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascoli» (Gv 10, 7.9). E allo stesso tempo siete diventati pellegrini di speranza per il vostro popolo, per le famiglie, per gli anziani, i bambini, i giovani; affinché le Chiese che sono in Madagascar, attraverso di voi, ricevano la grazia di camminare nella speranza che è Gesù Cristo.
Sono lieto di ascoltarvi raccontare le gioie e le prove pastorali che portate con fedeltà. La vostra vicinanza al popolo di Dio è un segno vivente del Vangelo. Incoraggio ciascuno di voi nel proprio ministero episcopale, in particolare ad avere cura dei sacerdoti, che sono i vostri primi collaboratori e i vostri fratelli più vicini, nonché dei religiosi e delle religiose che si spendono nel servizio.
Rendo grazie per la vitalità missionaria delle vostre Chiese particolari, eredi della testimonianza dei santi che, per portare il Vangelo in questa terra lontana, non hanno temuto né il rifiuto né la persecuzione. Vorrei ricordare Henri de Solages, il primo missionario che non si lasciò scoraggiare dal fallimento e dalla prigionia, o il santo martire Jacques Berthieu, il cui sangue fu seme di cristiani in Madagascar. Che il loro esempio continui a rafforzarvi nella donazione di voi stessi a Cristo e alla sua Chiesa, tra i successi e le prove pastorali che attraversate per raggiungere il popolo di Dio nelle diverse realtà delle vostre diocesi!
Vi esorto a non distogliere lo sguardo dai poveri: essi sono al centro del Vangelo e sono i destinatari privilegiati dell’annuncio della Buona Novella. Sappiate riconoscere in loro il volto di Cristo e che la vostra azione pastorale sia sempre animata da una concreta sollecitudine verso i più piccoli. Il vostro ministero in questo Giubileo, al di là delle prove, li aiuti ad accendere gli orizzonti sempre nuovi della speranza offerta da Cristo.
Seguendo Papa Francesco, vi invito a prendervi cura della nostra casa comune, a preservare la bellezza della Grande Isola, la cui bellezza e fragilità vi sono state affidate. La cura della nostra casa è parte integrante della vostra missione profetica. Prendetevi cura del creato che geme e insegnate ai vostri fedeli l’arte di proteggerlo con giustizia e pace.
Cari fratelli, andate avanti nel vostro servizio con coraggio e speranza. Il Successore di Pietro vi accompagna con la sua preghiera e il suo affetto. Che la Vergine Maria, Nostra Signora del Madagascar, vi protegga. Che il beato Raphaël Rafiringa, la beata Victoire Rasoamanarivo, san Giacomo Berthieu e tutti i santi della vostra terra intercedano per voi. Vi benedico di cuore.
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