DISCORSO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
AI CONGRESSISTI DELL’UCID
Sabato, 12 febbraio 1977
Illustri Signori,
In occasione del Congresso Nazionale, che la vostra associazione, l’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti, ha organizzato nella ricorrenza del trentesimo anniversario della sua costituzione, voi avete espresso il desiderio di poterci recare la testimonianza del vostro attaccamento alla Sede di San Pietro. Aderendo volentieri alla vostra cortese richiesta, siamo lieti di darvi ora il benvenuto nella nostra dimora.
Il Movimento, a cui appartenete, si è proposto fin dalle sue origini l’importante missione di testimoniare i valori cristiani nel mondo dell’economia e del lavoro, realizzando una presenza che, grazie ad una sincera preoccupazione di servizio e di efficienza, contribuisse a diffondere le energie del Vangelo in un settore della vita sociale attraversato da tensioni particolarmente vivaci. Il fine istituzionale, che vi siete proposto, risponde pienamente al ruolo vostro di laici cristiani, responsabilmente inseriti nell’attività temporale. L’impegno vostro specifico sarà dunque quello di animare cristianamente le strutture, entro le quali si svolge la vostra attività imprenditoriale e dirigenziale, avvalendovi a tal fine delle notevoli possibilità che le vostre qualità personali nonché la funzione aziendale e la posizione sociale ricoperta vi offrono.
In questi giorni voi vi siete raccolti per riflettere insieme sui problemi nuovi, che il processo evolutivo in atto nella società pone a voi non solo come operatori economici, ma in particolare come cristiani, e cioè come credenti che devono sentirsi chiamati a proporre nel loro ambiente un modello stimolante di pratica attuazione del Vangelo. Siamo certi che non avrete mancato di istituire un coraggioso confronto tra l’azione fin qui svolta e le esigenze emergenti della dottrina sociale della Chiesa, disponendo gli animi ad una leale verifica sia dei risultati positivi che delle eventuali carenze e ritardi.
Noi profittiamo della circostanza per presentarvi la nostra paterna esortazione ad un sempre più generoso impegno nell’adempimento dei vostri specifici doveri dirigenziali, in spirito di collaborazione e di solidarietà con tutte le parti sociali. In un’ora difficile come l’attuale, è indispensabile che ognuno faccia appello al meglio delle proprie risorse morali e professionali. All’esortazione uniamo l’augurio: che la vostra testimonianza cristiana contribuisca veramente a diffondere nell’ambiente imprenditoriale la convinzione della destinazione universale dei beni creati, i quali «devono equamente affluire nelle mani di tutti, secondo la regola della giustizia, ch’è inseparabile dalla carità» (Gaudium et Spes, 69, § 1). Possa il vostro esempio stimolare ad un uso dei redditi disponibili non arbitrario né egoistico; possa soprattutto l’impostazione da voi data all’attività nell’impresa fare di questa una comunità di persone, nella quale ognuno si senta valorizzato nella propria dignità, mediante una responsabile partecipazione all’opera comune.
Accompagniamo i nostri voti con l’Apostolica Benedizione, che di cuore impartiamo a voi, alle vostre famiglie e a tutti coloro che, insieme con voi, collaborano nell’impresa per il progresso economico e sociale della Nazione.
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