LETTERA APOSTOLICA
CON LA QUALE IL SANTO PADRE
CHIEDE AI VESCOVI DI TUTTO IL MONDO CATTOLICO
DI ADOPERARSI PER FAR FRONTE ALLE ESIGENZE
DEI POPOLI RUSSI TRAVOLTI DALLA FAME E DALLA PESTILENZA
«ANNUS FERE»
Ai Venerabili Fratelli Patriarchi,
Primati, Arcivescovi, Vescovi
del mondo cattolico.
Venerabili Fratelli, salute e Apostolica Benedizione.
È già passato quasi un anno, come ricordate, da quando il Nostro Predecessore, tanto compianto, con il cuore paterno dolente per le miserrime condizioni dei popoli Russi che, a causa della più spaventosa catastrofe della storia, sono travolti dalla pestilenza e dalla fame, invocò per essi, con le parole più pressanti, la pietà e l’aiuto del mondo intero. Contemporaneamente egli avvertì con scrupolo tutti i capi dei Governi quanto convenisse alla società umana intervenire rapidamente con mezzi e risorse comuni per soccorrere così numerose e così immense sciagure. Del pari voi ricordate che anche Noi, eredi della stessa missione d’amore affidataCi dal Signore Gesù, indirizzammo recentemente ai rappresentanti delle Nazioni convenuti a Genova una lettera angosciata con la quale chiedevamo che concordemente si adoperassero per ristabilire l’ordine fra quelle popolazioni alle quali — quantunque siano separate da questa Sede Apostolica per la perdurante infelicità dei tempi — abbiamo dedicato parole d’affetto e di conforto, esprimendo anche il fervido augurio del loro ritorno all’unità della Chiesa.
Certamente, pur fra le tante angustie private e pubbliche che premono quasi tutte le Nazioni, tuttavia la carità dei buoni ha largamente corrisposto agli appelli del Romano Pontefice. In questo si sono particolarmente distinti — e Ci è gradito qui dichiararlo esplicitamente — i diletti figli delle regioni più fiorenti d’America, che conferendo grande quantità di sussidi con somma larghezza e con efficiente organizzazione, hanno assicurato a se stessi non solo la riconoscenza di tanti bisognosi, ma di tutta l’umanità. Né deve passare sotto silenzio l’ingente somma di denaro decretata per questa causa dal Senato Americano.
Ma i soccorsi non furono, e non potevano essere pari all’immensità del flagello. Ogni giorno Ci pervengono notizie sempre più terrificanti e appelli sempre più angosciosi di infelici, fra i quali innumerevoli vittime bisognose dell’aiuto altrui: bimbi, fanciulli, donne, vecchi, condannati alla morte più terribile se non verranno tempestivamente soccorsi, o comunque a patire una vita quanto mai stentata.
Pertanto, in nome del sacrosanto dovere del quale siamo investiti, spinti dalla Nostra carità di supremo Pastore e di Padre comune, con tutta la forza del Nostro animo vi imploriamo ancora una volta, Venerabili Fratelli, e attraverso voi tutti i cristiani e tutti coloro che hanno sentimenti umani a soccorrere tanti bisogni, nella speranza che quanto più crescono le miserie, tanto maggiormente aumentino le forze della carità.
A voi non sfugge che la carità, per essere efficace e fruttuosa, richiede un saggio ordinamento sia nella raccolta dei sussidi, sia nella loro distribuzione; pertanto sarà vostra cura, Venerabili Fratelli, adoperarvi per raccogliere le elargizioni le quali, per mezzo di persone da Noi delegate, saranno portate là dove la necessità lo richiederà, e dalle stesse saranno distribuite ai più bisognosi, senza distinzione di religione o di nazionalità.
Inoltre, essendo opportuno che anche Noi forniamo con l’esempio il Nostro contributo a quest’opera, compatibilmente con le risorse dell’Apostolica Sede destiniamo ad essa due milioni e mezzo di lire italiane. Ma soprattutto parteciperemo con la preghiera, umile e fervente, allo scopo di attirare la benevolenza di Dio sulla moltitudine quasi infinita di Russi che stanno morendo di fame, e che Ci sono tanto più cari quanto più sono provati.
Quale pegno della ricompensa eterna e quale testimonianza della Nostra paterna benevolenza, a voi, Venerabili Fratelli, e a tutti coloro che aiuteranno i fratelli nella miseria impartiamo con tanto affetto la Benedizione Apostolica.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 10 luglio 1922, anno primo del Nostro Pontificato.
PIUS PP. XI
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