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CELEBRAZIONE EUCARISTICA PER LA CONSACRAZIONE DEL
PRIMO VESCOVO GIAPPONESE MONSIGNOR HAYOSAKA, VESCOVO DI NAGASAKI

ANNO VIX ELAPSO

OMELIA DI SUA SANTITÀ PIO XI

Festa di Cristo Re
Basilica Vaticana
Domenica 30 ottobre 1927

 

A Mons. Hayosaka,
Vescovo di Nagasaki

Venerabile fratello.

Dopo appena un anno dalla consacrazione dei primi sei Vescovi Cinesi, avvenuta qui, presso il sepolcro degli Apostoli, nella maestà e santità di questo stesso tempio, con grande Nostra soddisfazione abbiamo conferito la pienezza del sacerdozio a te, che fosti il primo alunno giapponese del Collegio Urbaniano ed ora il primo Vescovo del Giappone. Noi crediamo che mentre compivamo il sacro rito, le ossa di Francesco Saverio, che per primo portò alla vostra patria la fede cattolica, e dei gloriosi martiri che per Cristo perdettero la vita tra voi, abbiano gioito e fremuto nei loro sepolcri. Da poco è stato certamente compiuto un evento di grandissima importanza, che riesce gradito ed amabile non soltanto al clero ed ai fedeli dell’insigne Impero Giapponese, ma anche ai maggiorenti e ai cittadini che sono estranei alla nostra Religione.

Un evento di grandissima importanza, abbiamo detto. Infatti, l’avere elevato te, Venerabile Fratello, ad una dignità così eccelsa, prova senza dubbio che sono numerosi i chierici che in Giappone aspirano e si preparano al sacerdozio e che fra i sacerdoti indigeni qualcuno si è già formato ed è ritenuto degno quale Vescovo, di guidare il suo clero e il suo popolo. Non per un solo motivo ti abbiamo chiamato in questa Alma Città per consacrarti con l’imposizione delle mani presso il sepolcro degli Apostoli.

Infatti, abbiamo compiuto questo affinché il primo Vescovo indigeno del Giappone tornasse alla sua gente quale inviato da questo centro dell’unità cattolica; abbiamo compiuto questo per compiacere i Pastori e i Missionari che colà attendono alla propagazione della fede cattolica, e contemporaneamente per premiare e ringraziare tutte quelle persone dell’uno o dell’altro sesso che dal 1889 hanno operato ed operano sempre più per promuovere la formazione del clero indigeno. Infine, abbiamo compiuto questo per manifestare quanto apprezziamo il grado e il progresso della vostra civiltà, nonché la stima e il rispetto sensibilmente accresciuti nello Stato Giapponese per la nostra Religione. D’altra parte, i tuoi connazionali Ci danno di sé una grande speranza: dotati, come sono, di grande forza d’animo e di costanza, una volta che abbiano abbracciato la fede cattolica, resteranno ad essa fedeli; né si spegnerà facilmente il ricordo di quelle comunità cristiane che dal secolo diciassettesimo al diciannovesimo — quantunque in questo periodo fosse vietato ai Missionari di entrare in Giappone — segretamente perseverarono nella fede ancorché non fosse presente nessun sacerdote.

Pertanto, dell’odierna solennità abbiamo di che grandemente rallegrarCi Noi, e tu stesso con Noi, Venerabile Fratello; tanto più che la tua consacrazione episcopale cade sotto gli auspìci di questo giorno, nel quale la Chiesa celebra la regalità di Gesù Cristo e il Suo impero su tutto il mondo. Questo infatti è l’ufficio che ti viene affidato; per questo sei mandato, Venerabile Fratello, per dilatare quanto potrai il regno di Cristo fra i tuoi; e tanto più lo dilaterai quanto più sarai apostolo zelante di Cristo e farai dei tuoi sempre più zelanti apostoli di Cristo.

È parimenti di buon auspicio l’esserci riuniti per la celebrazione di questo santissimo rito mentre si chiude il settimo centenario della morte del beato Padre Francesco d’Assisi. In questo santissimo Patriarca che, acceso di ardore apostolico, si gloriò del nome e compì l’ufficio di Araldo del Grande Re, avrai un potentissimo patrono e intercessore presso Dio. Le sue faustissime feste centenarie che abbiamo celebrato quest’anno con ammirevole partecipazione di tutto il mondo cattolico e non senza abbondantissimi frutti spirituali, abbiamo qui voluto concludere, in questa stessa ora, innalzando solennemente a Dio Ottimo Massimo le preghiere del ringraziamento.

Procedendo sotto auspici così lieti, Venerabile Fratello, « fa raccolta nella messe, quale figlio saggio » (Prov., X, 5); e il Padrone della messe favorisca e benedica le tue fatiche. Anche se sarai lontano dal sepolcro di Pietro e dalla Nostra dimora, tuttavia Pietro ti proteggerà con il suo patrocinio, e Noi ti accompagneremo con il conforto del Nostro amore e delle Nostre preghiere. E certamente avverrà che tu, Venerabile Fratello, germe novello dell’episcopato Giapponese, secondo quanto disse Cristo Signore (Ioan., XV, 16) produrrai frutto, e il tuo frutto rimarrà. Amen, Amen.



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