Index   Back Top Print

[ IT ]

  DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
AD UN GRUPPO DELLA BANCA NAZIONALE DEL LAVORO*

Aula della Benedizione - Domenica, 18 marzo 1951

 

Dalla sua origine nel 1913, dunque meno di quaranta anni fa, il vostro Istituto, illustri membri del Consiglio di Amministrazione e della Direzione generale della Banca Nazionale del Lavoro, ha effettuato sino ad oggi tanti progressi in solidità ed in incremento finanziario, nei collaboratori e nel numero dei clienti beneficiari, che Noi non potremmo lasciar passare l'occasione di questa vostra gradita venuta senza dirvi il Nostro compiacimento. Certamente non sarete voi a meravigliarvene, ben sapendo come Ci stiano a cuore i problemi e le difficoltà, che voi contribuite a risolvere, o almeno ad attenuare, non tanto con teorie e con discorsi, di cui però non si vuol negare l'importanza e la utilità, quando con gli atti e coi fatti, in mancanza dei quali i discorsi e le teorie rimarrebbero sterili.

Uno sguardo sommario alla storia della Banca Nazionale del Lavoro basta a mostrarla, in virtù del suo carattere d'istituzione di diritto pubblico, immediatamente e intimamente legata al fine di tutta l'economia nazionale, destinata com'è ad assicurare ed accrescere la possibilità, di promuovere il benessere materiale di tutte le classi del popolo, mettendole in grado di menare una vita conforme alla dignità umana e alla legge di Dio.

In questa storia Noi rileviamo inoltre un tratto particolarmente interessante e caratteristico, che non poteva mancare di procurarCi viva soddisfazione, vogliamo dire il primitivo scopo della vostra Banca, che, nella intenzione dei suoi fondatori, era di venire in aiuto, mediante concessioni di credito, specialmente alle Cooperative, soprattutto agricole. Spesso ed in diverse circostanze Noi abbiamo espresso i Nostri voti per la fiorente prosperità di questo ramo così importante della economia nazionale, convinti come siamo del beneficio che ne risulta per la proprietà privata e per il comune lavoro della famiglia. In tal guisa voi camminate egregiamente nel senso della dottrina sociale della Chiesa.

Dai suoi inizi, il vostro Istituto, pur conservando il suo carattere fondamentale, ha considerevolmente ampliato il suo campo di azione e moltiplicato la sua attività; esso si è esteso alle medie e piccole industrie, rese vitali e fiduciose grazie ai crediti che assicurano e facilitano la loro produzione autonoma. Anche questa funzione — nell'ora presente, di portata capitale — è una felice e pratica applicazione della dottrina sociale della Chiesa. I risultati ottenuti, lungi dall'invitare a una quiete soddisfatta, non fanno che stimolare maggiormente la brama di nuovi progressi, quella in particolare di contribuire con le vostre anticipazioni pecuniarie a rafforzare ed accelerare la costruzione di abitazioni, pur troppo ancora così lontana dal rispondere ai più urgenti bisogni; abitazioni, che, come dicemmo già in altra occasione (Radiomessaggio Natalizio del 1942), diano alle famiglie « spazio, luce e respiro » per adempiere la loro missione.

Per quanto diversi possano essere i vostri uffici nella Banca, nondimeno un pensiero comune deve animarvi tutti egualmente; la persuasione, fortemente radicata nei vostri spiriti e nei vostri cuori, della grandezza e della necessità dell'opera vostra. Il vostro lavoro merita evidentemente la sua retribuzione e riceve con dignità il suo « onorario », ma esso aspira inoltre ad una ricompensa più alta, quella cioè che apporta la gioia di aver fatto qualche cosa a vantaggio del popolo, con senso di responsabilità e di fedeltà al dovere sociale. Questa duplice rimunerazione, economica e morale, che le vostre ragguardevoli e lodevoli istituzioni procurano a tutti gli operosi collaboratori nella Banca — per le abitazioni, per le assicurazioni nelle malattie e nella vecchiaia, per gli aiuti in tutte le vicissitudini e gl'infortuni della vita —, prende così il suo pieno e profondo significato. Poichè allora il lavoro quotidiano associa ed unisce intimamente gli uomini in un solo servizio dinanzi a Dio, per il loro proprio bene temporale ed eterno, come per quello di tutto il popolo.

Con tali sentimenti e con tali auguri Noi invochiamo su tutti voi, sull'opera vostra, sulle vostre famiglie, i più abbondanti favori divini, in pegno dei quali v'impartiamo con effusione di cuore la Nostra Apostolica Benedizione.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XIII,
 Tredicesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1951 - 1° marzo 1952, pp. 11 - 12
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana