PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN SLOVACCHIA
CERIMONIA DI BENVENUTO
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
Aeroporto internazionale di Bratislava (Repubblica Federativa Ceca e Slovacca)
Venerdì, 30 giugno 1995
Signor Presidente della Repubblica Slovacca,
Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,
Venerati Fratelli nell’Episcopato,
Illustri Autorità politiche, civili e militari,
Fratelli e Sorelle!
1. Con sentimenti di grande gioia mi trovo oggi per la seconda volta in terra slovacca. Grazie per la cordiale accoglienza! Il mio deferente saluto va innanzitutto al Signor Presidente della Repubblica, Michal Kovác, che ringrazio sentitamente per il cortese invito rivoltomi a compiere questa Visita, come pure per le amabili parole di benvenuto con cui ha voluto accogliermi. Insieme con Lui, desidero salutare cordialmente il Signor Vladimir Meciar, Primo Ministro, i Membri del Governo e del Parlamento e le Autorità civili e militari presenti.
Rivolgo poi uno speciale pensiero al Cardinale Ján Chryzostom Korec, figura emblematica della testimonianza slovacca in tempi difficili, al Cardinale Jozef Tomko, originario di questa terra e mio valido collaboratore. Il mio cordiale saluto va all’Arcivescovo-metropolita del luogo Mons. Ján Sokol e al Presidente della Conferenza Episcopale Slovacca, Mons. Rudolf Balaz ed a tutti i venerati Pastori di questa diletta Chiesa particolare, che lungo la propria secolare storia ha saputo offrire luminosi esempi di fedeltà a Cristo ed al Vangelo. Rivolgo un pensiero fraterno ai membri delle diverse Confessioni cristiane e delle altre Comunità religiose presenti nel Paese, con i cui rappresentanti avrò domani un incontro particolare. Saluto, infine, con profondo affetto tutti i fedeli cattolici e l’intero popolo slovacco, come pure i membri di altre comunità nazionali, specialmente di quella ungherese, che vivono in Slovacchia.
2. Cinque anni fa, al momento di congedarmi da voi, espressi il desiderio di potervi rivedere. Si era, allora, da poco compiuta quella che, con immagine efficace, è stata qualificata come “la rivoluzione di velluto”. Oggi che il desiderio allora espresso si realizza, il Paese si trova ad aver raggiunto un altro traguardo: la Slovacchia è autonoma e indipendente, dopo l’importante trattativa che ha portato nel 1993 le due Nazioni, Slovacca e Ceca, a dividersi pacificamente. Voi avete offerto al mondo un significativo esempio di come si risolvano, attraverso il dialogo e il rispetto dei reciproci diritti, le questioni che possono sorgere nei rapporti fra popoli o nazioni.
Il compito che attualmente si presenta alla società slovacca è importante ed impegnativo: edificare il nuovo Stato sulle solide basi della verità, della solidarietà e dell’autentica democrazia, mediante il concorde contributo di tutte le sue componenti. Il clima di ritrovata libertà potrà essere rafforzato dal dialogo e dalla collaborazione estesi anche alle altre Nazioni dell’Europa centro-orientale. Un significativo esempio di tale sforzo è stato l’accordo, concluso con la Ungheria, circa la collaborazione e la pacifica soluzione delle controversie che dovessero eventualmente sorgere in futuro.
3. Carissimi Slovacchi! Sono ben noti i dolorosi effetti dei duri anni del regime totalitario, che nel passato hanno provocato una vera e propria devastazione in campo sia sociale e culturale che in quello politico e religioso. Oggi vengo a voi come pellegrino di Cristo, per incoraggiarvi a percorrere il cammino che avete intrapreso. La libertà e la pace sono una conquista che va tutelata ed approfondita giorno dopo giorno con la fattiva collaborazione di tutti i cittadini.
Vengo per testimoniare il fondamentale contributo che i credenti intendono offrire alla costruzione della Nazione, per assicurarle un futuro fondato sui valori della verità e della solidarietà. Vengo specialmente per confermare i miei fratelli nella fede e per riproporre a tutti l’annuncio di Cristo, unico vero Salvatore dell’uomo.
4. La storia slovacca testimonia l’importanza della tradizione cristiana quale solida base su cui si fondano la vita e lo sviluppo dell’intera società. Fin dalla sua prima evangelizzazione ad opera dei santi Cirillo e Metodio, questa terra è stata profondamente segnata dall’annuncio del Vangelo. Anzi, la ricca eredità civile e spirituale del cristianesimo è stata riconosciuta e riproposta come programma di vita anche per il presente dalla stessa Costituzione della vostra Repubblica. Il messaggio dei santi Fratelli di Salonicco resta punto di riferimento sempre valido per la nuova evangelizzazione, che deve rinnovare tutti i settori dell’umana esistenza.
Facendo appello a tali solide radici cristiane tanti coraggiosi figli di questa terra hanno affrontato e superato i terribili anni della prova, quando il regime totalitario soffocava ogni forma di libertà, in particolare la libertà religiosa. La coscienza di tale ricca eredità ha sostenuto la fede e la speranza di quanti – Vescovi, Sacerdoti, Religiosi o fedeli laici – hanno sopportato l’ingiusta violenza e perfino la persecuzione, pur di non venir meno alla fedele adesione a Cristo e alla Chiesa.
5. Partendo da Vajnory, al termine della Visita compiuta nel 1990, vi lasciai questo messaggio: “Nebojte sa!” – “Non abbiate paura”.
“Nebojte sa!” vi ripeto oggi arrivando tra voi. Nell’ora della costruzione della Slovacchia libera, indipendente e democratica occorre confidare nell’aiuto divino e dedicarsi senza riserve al consolidamento degli obiettivi già raggiunti.
È indispensabile che si operi perché tutti abbiano la possibilità di accedere ai beni necessari ad una vita onesta e operosa; è necessario che si garantisca a ciascuno la possibilità di un lavoro sicuro, sostenendo le forme di solidarietà sociale verso le fasce più esposte e tutelando i fondamentali diritti democratici dell’intera popolazione. Bisogna poi porre in guardia le generazioni più giovani circa i miraggi del facile successo, del guadagno frutto di attività disoneste, del consumismo e dell’edonismo privi di ideali e di valori.
Vanno inoltre consolidate le istituzioni democratiche, favorendo la partecipazione di tutti i cittadini alla vita pubblica della Nazione in un corretto confronto di idee e di progetti, orientato a promuovere il bene comune. Gli avvenimenti accaduti in questo ultimo scorcio di secolo insegnano che il processo di rinnovamento della società può rivelarsi un vento passeggero se non poggia su solide radici etiche e culturali. È in tale linea che si colloca il contributo della Chiesa al progresso integrale della Nazione. La cultura cristiana, che ha illuminato i passi della vostra gente sulle strade della storia, deve continuare ancora oggi a sostenere il cammino degli Slovacchi verso la concorde convivenza nell’ambito delle Nazioni europee.
6. “Nebojte sa!”. Questa esortazione ci viene anche dalla luminosa testimonianza di fedeltà a Cristo fino all’effusione del sangue resa dai tre Martiri di Kosice, che avrò la gioia di proclamare Santi nel corso di questa Visita pastorale. Marco Krizevci, Stefano Pongrácz e Melchiorre Grodziecki vennero in Slovacchia per annunciare il Vangelo e per offrire il loro generoso aiuto a queste popolazioni. Il loro sacrificio ha fecondato questa terra disponendola ad accogliere e far fruttificare il seme della parola del Vangelo.
Carissimi Fratelli e Sorelle, vi do appuntamento a domenica prossima, quando avrò la gioia di iscriverli nella gloriosa schiera dei Santi. Renderemo così insieme grazie al Signore per il dono di vedere inseriti questi fratelli nel Martirologio della Chiesa che è in Slovacchia.
7. In questi giorni avrò poi la possibilità di visitare due illustri Santuari mariani: quello della Vergine Addolorata di Sastin e quello della Visitazione di Levoca, a cui ogni anno affluiscono in gran numero fedeli di ogni parte della Nazione. Potrò ringraziare insieme a voi la Beata Vergine Maria per la costante protezione accordata al popolo slovacco in tanti secoli di storia. Ed è a Maria, invocata come Vergine Addolorata, speciale Patrona della Slovacchia, che desidero affidare sin d’ora i giorni della mia permanenza in mezzo a voi, affinché siano portatori di grazia e di bene per tutti.
Con questo auspicio imparto a voi ed ai vostri cari la Benedizione Apostolica.
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