15
confessati nel culto, trasmessi dai genitori ai figli.
Impariamo così che la luce portata dalla fede è
legata al racconto concreto della vita, al ricordo
grato dei benefici di Dio e al compiersi progres-
sivo delle sue promesse. LâÂÂarchitettura gotica lâÂÂha
espresso molto bene: nelle grandi Cattedrali la
luce arriva dal cielo attraverso le vetrate dove si
raffigura la storia sacra. La luce di Dio ci viene
attraverso il racconto della sua rivelazione, e così
è capace di illuminare il nostro cammino nel tem-
po, ricordando i benefici divini, mostrando come
si compiono le sue promesse.
13.âÂÂLa storia di Israele ci mostra ancora la ten-
tazione dellâÂÂincredulità in cui il popolo più volte
è caduto. LâÂÂopposto della fede appare qui come
idolatria. Mentre Mosè parla con Dio sul Sinai, il
popolo non sopporta il mistero del volto divino
nascosto, non sopporta il tempo dellâÂÂattesa. La
fede per sua natura chiede di rinunciare al pos-
sesso immediato che la visione sembra offrire,
è un invito ad aprirsi verso la fonte della luce,
rispettando il mistero proprio di un Volto che
intende rivelarsi in modo personale e a tempo
opportuno. Martin Buber citava questa definizio-
ne dellâÂÂidolatria offerta dal rabbino di Kock: vi è
idolatria « quando un volto si rivolge riverente a
un volto che non è un volto ».
10
Invece della fede
in Dio si preferisce adorare lâÂÂidolo, il cui volto si
può fissare, la cui origine è nota perché fatto da
10
âÂÂM. B
uber
,
Die Erzählungen der Chassidim
, Zürich 1949,
793.