Lumen Fidei - page 48

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della fede, che cerca l’intelligenza più profonda
dell’autorivelazione di Dio, culminata nel Miste-
ro di Cristo. La prima conseguenza è che nella
teologia non si dà solo uno sforzo della ragio-
ne per scrutare e conoscere, come nelle scienze
sperimentali. Dio non si può ridurre ad oggetto.
Egli è Soggetto che si fa conoscere e si manifesta
nel rapporto da persona a persona. La fede retta
orienta la ragione ad aprirsi alla luce che viene da
Dio, affinché essa, guidata dall’amore per la veri-
tà, possa conoscere Dio in modo più profondo. I
grandi dottori e teologi medievali hanno indicato
che la teologia, come scienza della fede, è una
partecipazione alla conoscenza che Dio ha di se
stesso. La teologia, allora, non è soltanto parola
su Dio, ma prima di tutto accoglienza e ricerca di
un’intelligenza più profonda di quella parola che
Dio ci rivolge, parola che Dio pronuncia su se
stesso, perché è un dialogo eterno di comunione,
e ammette l’uomo all’interno di questo dialogo.
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Fa parte allora della teologia l’umiltà che si lascia
“toccare” da Dio, riconosce i suoi limiti di fronte
al Mistero e si spinge ad esplorare, con la discipli-
na propria della ragione, le insondabili ricchezze
di questo Mistero.
La teologia poi condivide la forma ecclesiale
della fede; la sua luce è la luce del soggetto creden-
te che è la Chiesa. Ciò implica, da una parte, che
la teologia sia al servizio della fede dei cristiani, si
33
 Cfr B
onaventura
,
Breviloquium
,
prol.
: Opera Omnia, V,
Quaracchi 1891, p. 201;
In I Sent.
,
proem,
q. 1, resp.: Opera Om-
nia, I, Quaracchi 1891, p. 7; T
ommaso d
’A
quino
,
S. Th
. I, q. 1.
1...,38,39,40,41,42,43,44,45,46,47 49,50,51,52,53,54,55,56,57,58,...88
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