Lumen Fidei - page 42

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la fede, da cui ha ricevuto nuova comprensione.
Da una parte, egli accoglie la filosofia greca della
luce con la sua insistenza sulla visione. Il suo in-
contro con il neoplatonismo gli ha fatto conosce-
re il paradigma della luce, che discende dall’alto
per illuminare le cose, ed è così un simbolo di
Dio. In questo modo sant’Agostino ha capito la
trascendenza divina e ha scoperto che tutte le
cose hanno in sé una trasparenza, che potevano
cioè riflettere la bontà di Dio, il Bene. Si è così
liberato dal manicheismo in cui prima viveva e
che lo inclinava a pensare che il male e il bene lot-
tassero continuamente tra loro, confondendosi e
mescolandosi, senza contorni chiari. Capire che
Dio è luce gli ha dato un orientamento nuovo
nell’esistenza, la capacità di riconoscere il male di
cui era colpevole e di volgersi verso il bene.
D’altra parte, però, nell’esperienza concreta
di sant’Agostino, che egli stesso racconta nelle
sue
Confessioni
, il momento decisivo nel suo cam-
mino di fede non è stato quello di una visione
di Dio, oltre questo mondo, ma piuttosto quello
dell’ascolto, quando nel giardino sentì una voce
che gli diceva: “Prendi e leggi”; egli prese il volu-
me con le Lettere di san Paolo soffermandosi sul
capitolo tredicesimo di quella ai Romani.
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Appa-
riva così il Dio personale della Bibbia, capace di
parlare all’uomo, di scendere a vivere con lui e di
accompagnare il suo cammino nella storia, mani-
festandosi nel tempo dell’ascolto e della risposta.
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 Cfr
Confessiones
, VIII, 12, 29:
PL
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