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Bisogna passare dal nominalismo formale allâog-
gettività armoniosa. Diversamente si manipola la
verità , così come si sostituisce la ginnastica con
la cosmesi.
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Vi sono politici â e anche dirigen-
ti religiosi â che si domandano perché il popolo
non li comprende e non li segue, se le loro pro-
poste sono così logiche e chiare. Probabilmente è
perché si sono collocati nel regno delle pure idee
e hanno ridotto la politica o la fede alla retori-
ca. Altri hanno dimenticato la semplicità e hanno
importato dallâesterno una razionalità estranea
alla gente.
233.âLa realtà è superiore allâidea. Questo crite-
rio è legato allâincarnazione della Parola e alla sua
messa in pratica: « In questo potete riconoscere
lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce Gesù
Cristo venuto nella carne, è da Dio » (
1 Gv
4,2). Il
criterio di realtà , di una Parola già incarnata e che
sempre cerca di incarnarsi, è essenziale allâevan-
gelizzazione. Ci porta, da un lato, a valorizzare la
storia della Chiesa come storia di salvezza, a fare
memoria dei nostri santi che hanno inculturato il
Vangelo nella vita dei nostri popoli, a raccogliere
la ricca tradizione bimillenaria della Chiesa, sen-
za pretendere di elaborare un pensiero disgiunto
da questo tesoro, come se volessimo inventare il
Vangelo. Dallâaltro lato, questo criterio ci spinge
a mettere in pratica la Parola, a realizzare opere
di giustizia e carità nelle quali tale Parola sia fe-
185
âCfr P
latone
,
Gorgia
, 465.