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a loro gradita, e che non è stata neppure suffi-
cientemente comprovata, acquisisca il peso di un
dogma di fede. Però, in alcune occasioni, alcuni
scienziati vanno oltre lâoggetto formale della loro
disciplina e si sbilanciano con affermazioni o
conclusioni che eccedono il campo propriamen-
te scientifico. In tal caso, non è la ragione ciò che
si propone, ma una determinata ideologia, che
chiude la strada ad un dialogo autentico, pacifico
e fruttuoso.
Il dialogo ecumenico
244.âLâimpegno ecumenico risponde alla pre-
ghiera del Signore Gesù che chiede che « tutti
siano una sola cosa » (
Gv
17,21). La credibilitÃ
dellâannuncio cristiano sarebbe molto più gran-
de se i cristiani superassero le loro divisioni e la
Chiesa realizzasse «âla pienezza della cattolicitÃ
a lei propria in quei figli che le sono certo uniti
col battesimo, ma sono separati dalla sua piena
comunione ».
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Dobbiamo sempre ricordare che
siamo pellegrini, e che peregriniamo insieme. A
tale scopo bisogna affidare il cuore al compagno
di strada senza sospetti, senza diffidenze, e guar-
dare anzitutto a quello che cerchiamo: la pace nel
volto dellâunico Dio. Affidarsi allâaltro è qualco-
sa di artigianale, la pace è artigianale. Gesù ci ha
detto: « Beati gli operatori di pace » (
Mt
5,9). In
questo impegno, anche tra di noi, si compie lâan-
192
âC
onc
. E
cum
. V
at
. II, Decr. sullâecumenismo
Unitatis
redintegratio
, 4.