182
che esige una sintesi tra un uso responsabile delle
metodologie proprie delle scienze empiriche e gli
altri saperi come la filosofia, la teologia, e la stes-
sa fede, che eleva lâessere umano fino al mistero
che trascende la natura e lâintelligenza umana. La
fede non ha paura della ragione; al contrario, la
cerca e ha fiducia in essa, perché «âla luce della
ragione e quella della fede provengono ambedue
da Dio »,
191
e non possono contraddirsi tra loro.
Lâevangelizzazione è attenta ai progressi scienti-
fici per illuminarli con la luce della fede e della
legge naturale, affinché rispettino sempre la cen-
tralità e il valore supremo della persona umana
in tutte le fasi della sua esistenza. Tutta la societÃ
può venire arricchita grazie a questo dialogo che
apre nuovi orizzonti al pensiero e amplia le possi-
bilità della ragione. Anche questo è un cammino
di armonia e di pacificazione.
243.âLa Chiesa non pretende di arrestare il mi-
rabile progresso delle scienze. Al contrario, si
rallegra e perfino gode riconoscendo lâenorme
potenziale che Dio ha dato alla mente umana.
Quando il progresso delle scienze, mantenendosi
con rigore accademico nel campo del loro spe-
cifico oggetto, rende evidente una determinata
conclusione che la ragione non può negare, la
fede non la contraddice. Tanto meno i credenti
possono pretendere che unâopinione scientifica
191
âS
an
T
ommaso
d
âA
quino
,
Summa contra Gentiles
, I, VII;
cfr G
iovanni
P
aolo
II, Lettera enc.
Fides et ratio
(14 settembre
1998), 43:
AAS
91 (1999), 39.